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Quarant’anni senza Ian Curtis, una playlist per ricordarlo

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Joy division

18 maggio 1980: Ian Curtis viene trovato morto dalla moglie Deborah, impiccatosi in casa dopo aver ascoltato il disco “The idiot” di Iggy Pop e aver visto  in televisione un film di Herzog, ”La ballata di Stroszek”.

È la fine della breve vita terrena – 23 anni – della tormentata icona rock di Macclesfield, capace in pochi anni di vita e di carriera di rivoluzionare la musica assieme ai Joy Division, rinati poi come “New Order” una volta perso il frontman. I due dischi “Unknown pleasures” e “Closer“, quest’ultimo uscito postumo nel 1980, sono due pietre miliari della musica contemporanea, la cui eredità ha influenzato generazione e generazioni di musicisti che ad essi si ispirano.

Canzoni come “She lost control“, ispiratole da una ragazza che come lui soffriva di attacchi d’epilessia, “Disorder” e, più di tutte, “Love will tear us apart“, sono diventati autentici classici che hanno consegnato Ian Curtis all’eternità della musica.

Da quel giorno sono passati 40 anni, e proprio in occasione della ricorrenza i suoi ex compagni di avventura Bernard Sumner e Stephen Morris, hanno organizzato un concerto-evento, ovviamente virtuale visti i tempi del Coronavirus,  per ricordare l’amico. L’appuntamento è per questa sera alle 21 italiane sulla piattaforma United We Stream e su Facebook.

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