LGBT
“Plastic Hearts”: la libertà secondo Miley Cyrus
Icona di stile, catalizzatrice di tendenze, fabbricatrice di hit. Miley Cyrus cambia ancora e, nonostante tutto, riesce a fare di nuovo centro.
PLASTIC HEARTS | LA RECENSIONE
Camaleontica Miley Cyrus. Dopo aver sconvolto il mondo nel 2013 con l’album dalle sonorità filo-urban”Bangerz” diventando una vera e propria icona di stile, dando scandalo con la contestatissima quanto memorabile performance ai Video Music Awards proponendo quel taglio di capelli corto imitato da tutte le teenager del globo, e aver virato successivamente con lo sperimentale progetto “Miley Cyrus & Her dead petz” condiviso con i Flaming Lips, l’ex Hanna Montana ha mutuato nuovamente il suo stile nel 2017 con “Younger now“, di stampo prettamente country rock. A distanza di tre anni dall’ultima fatica è quindi tornata sulla scene con l’ennesima svolta, “Plastic Hearts“, settimo disco in studio rilasciato il 27 novembre 2020 per RCA.
Un ritorno impreziosito da un’immagine molto forte, rock, anzi glam rock, qualcosa che si può tranquillamente avvicinare alle celebri campagne di Yves Saint Laurent. Con delle sonorità che abbracciano l’universo dei primissimi anni ottanta, quelli dove ancora si sentiva lo strascico di un certo tipo di punk, la musicista ha sfornato dunque dodici tracce certamente confezionate al meglio delle possibilità, dove riecheggiano miti assoluti come Stevie Nicks o Debbie Harry.
Al netto di un’operazione editoriale da manuale, culminata con la sfavillante e trasgressiva copertina su Rolling Stone, non tutti gli episodi dell’album riescono a soddisfare a pieno le altissime aspettative: tralasciando infatti i due spaziali singoli estratti, “Midnight Sky” e “Prisoner” con Dua Lipa, soltanto altri due brani emergono in maniera preponderante all’ascolto; stiamo parlando di “Night crowling“, delizioso duetto a tutta new Wave con Billy Idol, e dell’apripista rabbioso de “”WTF Do I Know“, forse uno dei testi più profondi dove l’artista, grazie al punk, si libera dalle pressioni interne esterne che la vorrebbero vedere più ingabbiata o incasellata in un solo schema.
Il resto dei capitoli si perdono un po’ troppo in facilonerie telefonate e con poco appeal, abbassando, e non di poco, l’efficacia di un progetto di grande libertà d’espressione, comunque fortissimo, ma che allontana la possibilità di diventare un piccolo cult.
VOTO: 7/10
AGGETTIVO: LIBERO
TRACKLIST:
1. Wtf Do I Know
2. Plastic Hearts
3. Angels Like You
4. Prisoner (feat Dua Lipa)
5. Gimme What I Want
6. Night Crawling (feat Billie Idol)
7. Midnight Sky
8. High
9. Hate Me
10. Bad Karma (feat Yoan Jett)
11. Never Be Me
12. Golden G String
ARTISTA: MILEY CYRUS
ALBUM: PLASTIC HEARTS
ANNO: 2020
ETICHETTA: RCA
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