Musica
Nòe: nel nuovo singolo “Farei anche un figlio”, il tema della maternità tra desiderio e rimpianto
Siciliana di origini, ma milanese d’azione, Nòe è una promettente giovane cantautrice della scena indipendente. Dopo aver debuttato con il singolo “Non lo so”, a cui è seguito l’ep autoprodotto omonimo, si è fatta notare nel 2017 per la partecipazione ai casting di X Factor, ma soprattutto per la canzone “Camomilla” pubblicata nel 2019.
A circa un anno di distanza, adesso Noemi Cannizzaro, in arte Nòè, torna con un nuovo brano intitolato “Farei anche un figlio”, dove si dimostra ancora più intensa e matura. Con sonorità che fondono il folk all’elettronica e una scrittura personale, nel nuovo singolo affronta un tema delicato come quello della maternità, inquadrato nella contemporaneità e del punto di vista delle ragazze e delle donne di oggi.
“Una donna su cinque nei paesi occidentali non ha figli […] Al cuore di una cultura pronatalista c’è l’idea che i genitori abbiano più valore dei non genitori”. È quanto ha affermato recentemente Jody Day, psicoterapeuta e fondatrice di Gateway Women, un network per donne senza figli in una cultura che celebra la genitorialità.
Un argomento dibattuto da decenni su più fronti, che ha voluto trattare in musica anche la talentuosa cantautrice sicula.
“Ho immaginato da una parte la donna che cuce il corredo per il figlio in arrivo e dall’altra io che ricamo il mancato coraggio di farlo” – ha commentato Nòe . A proposito della copertina digitale del singolo in cui appare con un nero velo, dichiara: “Il velo nero fa parte di un immaginario antico che ho voluto riprendere per rappresentare i desideri, ma anche tutti i rimpianti, come un amore ormai perduto”.
Farei anche un figlio segna l’inizio del nuovo progetto di Nòe con la produzione di prodotto da Fabio Gargiulo.
Disponibile su tutte le piattaforme streaming e i negozi digitali di musica da ieri, 11 dicembre 2020, il nuovo singolo di Nòe sarà accompagnato anche da un video ufficiale con la regia di Alessio Beato e la collaborazione del ballerino Simone Zambelli. Nella clip appaiono cisterne vuote e fredde, metafora del terreno non fertile sul quale poggia oggi il richiamo alla maternità. A rafforzare il concetto, la danza di un figlio intrappolato nelle viscere del desiderio.
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