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Musica, Politica. Anche in Italia la musica è dominata da uomini, ma le donne vendono di più. Ecco i numeri e le opinioni
I dati Nuovo Imaie confermano che nell’industria musicale sono impiegati in larga maggioranza uomini. A vendere più dischi però sono le donne. Le opinioni di Levante, Noemi, Mara Maionchi e Cristina D’Avena in merito.
Le donne nella musica italiana sono troppo poche. A dirlo è Nuovo Imaie, l’associazione che gestisce i diritti degli artisti interpreti o esecutori. Secondo la sua banca dati, le artiste in Italia sono l’8,77% dei suoi diecimila iscritti. Ed è addirittura meglio della media mondiale: 8,15%. La situazione peggiora in rapporto all’età. Tra i 18 e i 34 anni le ragazze che suonano o cantano per vivere sono il 13,1% ma tra i 35 e i 54 anni calano e raggiungono il 7,7% e le over 55 sono il 5,9%. Il quadro è leggermente più roseo per quanto riguarda i diritti d’autore. La Siae conta 9.985 associate nell’ambito musicale su 63.835 iscritti, pari al 15,6%. In un quadro di così marcata e schiacciante superiorità del ruolo maschile su quello femminile nel mondo della musica, il mercato premia però le donne. Questa è la sorpresa che rende maggiormente inspiegabile la discriminazione delle donne, anche in palchi di primaria importanza come il Festival di Sanremo.
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L’opinione di Levante
Sono tante le donne della musica che hanno espresso un parere sulla questione. L’ultima è stata Levante, in occasione della sua partecipazione al Festival di Sanremo 2020: “Noi donne siamo troppo poche, eppure siamo più ascoltate degli uomini. E’ complicato, ma piano piano ce la faremo”.
La cantante siciliana ha poi parlato degli stereotipi di generi duri a morire e del maschilismo: “ Certo, una canzone d’amore scritta da un uomo pesa decisamente di più di quella di una donna, c’è una sorta di discriminazione anche un po’ inconsapevole. Ogni volta che un uomo canta una canzone d’amore è tutto un `Ah, che bello…´, poi vai a vedere il testo e dici `Boh, sì…´. Quando io parlo di merito, parlo di merito per tutti non solo per le donne. Agli uomini non viene detto che hanno un contratto discografico solo perché stanno con quello, e non ricevono battute pesanti e volgari. Devo giustificare continuamente di essere vanitosa ma anche interessante, preparata, sono difficoltà quotidiane”.
Ma Claudia Lagona ha precisato che la sua non è una posizione di superiorità delle donne rispetto agli uomini: “Non ci sto a dire che gli uomini sono più stupidi, penso che siamo uguali, penso che servono pari opportunità. Le donne non sono più intelligenti, siamo diversi. Dirlo significa annullare anni di lotta. Farsi la lotta fa schifo”.
L’opinione di Noemi
Noemi mesi fa aveva rilasciato alcune dichiarazioni in cui si è detta convinta che la chiave di tutto come in ogni ambito della vita sia il carattere: “Contano le scelte, a chi ti affidi, la preparazione: forse la cantante è ancora vista come una che va gestita, ma ormai è pieno di professioniste che hanno dimostrato il contrario con scelte consapevoli”.
L’opinione di Mara Maionchi
Di sicuro, una che nel mondo della musica ha saputo tirare fuori gli artigli, è stata Mara Maionchi, che ancor di più ha dovuto farsi strada nell’ambito della produzione musicale, quando le scrivanie dirigenziali erano appannaggio esclusivo maschile. “Il perché delle poche donne, non lo so. Si dedicano meno alla ricerca musicale? Forse. C’è maschilismo? Può darsi. Sono meno quelle che suonano uno strumento? Sicuro, ed è un handicap, perché se sai suonare è più facile trovare la tua strada. – ha tuonato la regina dei talent scout – E poi c’è il fattore estetico: a volte sono le donne stesse a puntare troppo su quello. Sarà pure importante ma non è tutto. Il successo dipende da che cosa vuoi dire, da che storia vuoi raccontare”.
L’opinione di Cristina D’Avena
Cristina D’Avena è stata l’unica donna nella top 20 degli album più venduti nel 2017 con il suo Duets, e anche la sola ad aver debuttato al primo posto nelle classifiche. “Che non ci siano altre è strano, ma non saprei dire la ragione. Secondo me dipende dal progetto: se funziona va avanti, che tu sia maschio o femmina. – ha detto l’artista bolognese – Io non ho mai subito nessuna forma di maschilismo, casomai a volte sono stata trattata come una di serie B perché cantavo le sigle dei cartoni animati. Anche se in realtà le mie canzoni non sono per niente facili, se n’è accorto chi ha duettato con me”.
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