Recensioni
Milva, “La Filanda” e le riflessioni sulla società
“Bella ciao“ di Milva, una delle poche leggende viventi italiane, è stata inserita recentemente in “There Is No Evil“, film del regista Mohammad Rasoulof vincitore dell’Orso d’oro alla Settantesima edizione della Berlinale. Oggi celebriamo la raccolta da cui è contenuto il brano.
LA FILANDA E ALTRE STORIE | LA RECENSIONE
80 anni (quasi 81) di musica e poesia; in questo modo si può riassumere il cammino artistico di Ilva Biolcati, alias Milva, una delle più eclettiche dive viventi italiane insieme a Mina, Ornella Vanoni e Patty Pravo. Le sue canzoni hanno spopolato fuori e dentro lo stivale, la sua estensione vocale ha fatto storia come alcune sue canzoni, utilizzate ancora oggi per prodotti audiovisivi di qualità come “There Is No Evil“, film vincitore dell’Orso d’oro alla Settantesima edizione della Berlinale diretto dal regista Mohammad Rasoulof che ha utilizzato “Bella ciao“, brano contenuto nella raccolta “La filanda e altre storie” pubblicata dall’etichetta discografica Ricordi nel 1972.
Una raccolta di fondamentale importanza, che segna il grande percorso non solo musicale ma anche filosofico e poetico della nativa di Goro, la quale si è ispirata per i propri progetti a personalità artistiche del calibro di Franco Battiato, Enzo Jannacci, Luciano Berio ma anche Astor Piazzola.
Impreziosito dall’orchestra diretta da Gianpiero Reverberi, Natale Massara e Iller Pattacini, il disco si apre con la storica title track, dove gli autori Milva e Pallavicini scrivono un testo all’inizio fomentato, raccontando la storia della povera filandiera affaccendata con il figlio del padrone, il quale ovviamente non vuole assolutamente avere la reietta della società come nuora, sfociando quindi nella rassegnazione finale, con la consapevolezza che nel mondo ci sarà sempre il contrasto tra chi comanda e chi, sovente, ubbidisce. Parole semplici ma psicologicamente violentissime, tipiche della produzione della cantante.
Tra gli altri episodi impossibile non citare la meravigliosa “Un uomo in meno“, rivisitazione de “Les Jardins de Marmara“, una delle canzoni sulla mafia più riuscite dell’intero repertorio italiano. L’amore e la morte sono invece i temi di “Albergo a ore“, dove si racconta di un suicidio di coppia con una capacità descrittiva davvero senza eguali, cavallo di battaglia di una donna che ha fatto della riflessione sulla società attraverso l’arte il suo mantra. Non ci sono più artiste così, purtroppo. Teniamocela stretta.
VOTO: 10/10
AGGETTIVO: MAGNETICO
TRACKLIST:
1. La filanda (É Ou Não É)
2. La nostra storia d’amore (For All We Know)
3. Bella ciao (Canto delle mondine)
4. Un uomo in meno (Les Jardins de Marmaris)
5. Iptissam (Love’s Song Adelina)
6. La pianura
7. Sola
8. Surabaya Johnny
9. Uno dei tanti
10. Albergo a ore (Les amants d’un jour)
11. Bandoneon Arrabalero (Il cantastorie col bandoneon)
12. Mediterraneo
ARTISTA: MILVA
ALBUM: LA FILANDA E ALTRE STORIE
ANNO: 1972
ETICHETTA: RICORDI/SONY
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