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Capo Plaza: “20 deluxe”, quando un album regge il tempo

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Capo Plaza è sempre stato un artista discusso fin dal suo esordio. Nominato dagli avversari Capo Plastica per la sua street credibility pari a quella di Platinette, impropriamente eretto a King della Trap made in Campania, il ragazzo ha registrato dei pezzi ormai inscritti a pieno titolo nella golden age della Trap italiana, come i 3 “Allenamento”, “Non cambierò mai” e “Giovane fuoriclasse”. Salernitano doc e amante di un autotune talmente onnipresente ed ostentato da essere diventato il suo marchio di fabbrica, il trapper continua macinare singoli di successo (“So cosa fare”) anche nel 2019. L’uscita di questa edizione deluxe del suo secondo album ci costringe a fare un bilancio complessivo della scena Trap tricolore, e della posizione dell’ormai 21enne salernitano occupa al suo interno.

Non si può che partire da “Giovane fuoriclasse” in cui Capo Plaza ci guida nella discesa verso gli inferi del suo quartiere. Spaccio, controllo del territorio, rese dei conti: tutto l’armentario trap è mobilitato per descrivere una realtà para camorristica in presa diretta. La base di AVA è una mina memorabile: cupa ma non oppressiva, stempera la rudezza della Drill alla Chief Keef (il vero ispiratore della prima trap made in italy di Sfera e DPG) e si presta perfettamente all’autotune pervasivo che distorce la voce del trapper salernitano fino a renderla aliena. Un brano paraculo fino al midollo, un esempio da manuale dell’italian way alla Trap, in cui Gomorra sostituisce la vita vissuta, tutti fingiamo di credere alla realtà di quanto è descritto, per assoparare il brivido della street life. Dopo 2 anni il brano ci esalta come all’uscita, il che non è poco.

Passiamo dunque a “Tesla”, brano che già all’epoca aveva diviso critica e pubblico, per ovvi motivi: Sfera, Capo Plaza, DrefGold nello stesso brano dovrebbero essere garanzia di un brano memorabile, la produzione a 3 targata AVA, Charlie Charles, Daves The Kid dovrebbe garantire sulla carta una base epica. Invece… canzone dalle barre imbarazzanti perfino per un 14enne, dalla base lenta e sovraeffettata, è un brano in cui il cattivo gusto domina fino a diventare epico, e il video lo sottolinea adeguatamente. Brano invecchiato malissimo (oggi perfino Chadia si vergognerebbe di mettere il suo marchio su una roba del genere), può essere al massimo un inno trash da cantare fra trap boy dopo l’ennesima canna.

Brano iconico divenuto ancora più iconico dopo la famosa cover sfottò di Dolcenera, qui c’è tutto Capo Plaza riassunto in 3 minuti. Autotune a quintalate, retorica dell’alieno, epica della gang e polemiche a random contro la poca street credibility degli avversari nel Trap Game, Capo Plaza rivendica il ruolo di giovane king della Trap campana e lo vince a furor popolare (Speranza non era ancora arrivato a contendergli il titolo). La base lenta e minimale scorre ancora benissimo, segno che AVA ha un gusto per l’orecchiabile che trascende le mode dell’anno.

Finito il bilancio dei classici, passiamo dunque alle canzoni bonus presenti in questa edizione deluxe: “New Jeans”, “Coupé”, “Billets”, “Ratata” sono outtake di outakke, brani riempitivo che non valgono il prezzo -non modesto- dell’esborso. Il singolo “New Jeans” è quello che in teoria dovrebbe spingerci all’acquisto: hem, è un brano ultra mediocre dalla base minimale alla peggior Sfera. Per dirla tutta siamo vicini ad una leggera presa in giro: il singolo è mediocre, e gli altri brani sono versioni appena differenti di canzoni già parecchio derivative come “Giù da me” e “20”. La volontà di monetizzare tutto il monetizzabile è talmente evidente da risultare quasi simpatica, ma almeno un minimo di sforzo in più per raggiungere il risultato andava fatto: Capo Plaza non è Ghali né Sfera né la DPG, lui è -per usare una metafora calcistica- la squadra punta di serie B che se la gioca alla meno peggio in A, e quindi bisognerebbe capire a che pro acquistare la sua opera omnia invece di godersi i singoli e/o la vecchia edizione dell’album.

In definitiva l’acquisto della nuova edizione dell’album la sconsiglio caldamente, a meno che non siate fan ultra hardcore del trapper di Salerno. L’unica utilità di questa new edition è di aver riproposto con un minimo di distacco temporale un album ormai classico della Trap italiana: un album che tutto sommato ha retto il tempo, i cui singoli ancora oggi sono hit come ieri, ma che già all’uscita aveva grosse magagne, la più grossa quello di essere un album di una monotonia devastante, in cui i brani sono versioni appena modificate dei 3 singoli trainanti. Il voto all’album in quanto tale è 8, che è tarato sull’importanza oggettiva per la scena più che per la sua qualità intrinseca. Sull’edizione corrente invece il mio voto è 4: inutile per chiunque non viva che a pane e “Tesla”.

VOTO: 4/10

AGGETTIVO: inutile 

TRACKLIST

01 20
02 Giù da me
03 Tesla feat. Sfera Ebbasta, Drefgold
04 Nike Boy
05 Come me
06 J$ JP
07 Interlude (Ora è la mia ora)
08 Ne è valsa la pena feat. Ghali
09 Non cambierò mai
10 Taxi
11 Uno squillo
12 Vabbene
13 Forte e chiaro
14 Giovane fuoriclasse
15 New Jeans
16 Coupé
17 Billets feat. Ninho
18 RATATA

ALBUM: 20 DELUXE

ARTISTA: CAPO PLAZA

ANNO: 2019

ETICHETTA: STO RECORDS/WARNER MUSIC

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