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Musica internazionale

Il dramma di Duffy, dietro nove anni di silenzio il rapimento e la violenza sessuale

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Duffy

Dietro l’assenza dalla scena per quasi un decennio si cela una verità drammatica e sconvolgente.

Duffy, gallese, nome d’arte di Amy Ann Duffy, 35 anni, considerata nel panorama musicale mondiale insieme ad Amy Winehouse e Adele la star del soul bianco, è stata rapita, tenuta prigioniera e violentata per giorni, ed il trauma seguito a questa devastante esperienza l’hai inseguita e perseguitata per anni, e chissà per quanti anni ancora lo farà.

A rivelarlo, si può immaginare con quale e quanta fatica, è stata la stessa Duffy attraverso il suo profilo Instagram, con una frase che è molto più dura di un pugno in pieno stomaco. “Sono stata rapita, tenuta prigioniera per alcuni giorni e violentata. Non riesco a cantare questa storia”.

https://www.instagram.com/p/B8_95uYhFMQ/

La folgorante carriera di Duffy la vede esordire nel 2008 subito con la conquista del riconoscimento massimo per il suo primo album: il Grammy. Il singolo “Mercy” arriva al primo posto delle classifiche britanniche e di altri undici Paesi e al terzo posto nelle charts mondiali, raggiungendo il terzo gradino del podio anche in Italia.

Capita così che desti sorpresa, nel 2011, all’apice della carriera e dopo essere stata protagonista di un film e aver pubblicato il suo secondo album, il suo annuncio di voler prendersi “una pausa di riflessione”, limitando le sue presenze ad una comparsata nel 2013 ad una serata newyorkese dedicata al mito Edith Piaf e ad un ruolo in un film del 2015.

Dietro questa assenza, però, si rivelerà soltanto 9 anni più tardi lo sconvolgente retroscena. Duffy non racconta i particolari della vicenda, ma si limita a dire che “ora mi sento meglio” e a porgere una mano ai suoi fan. “Chiedo a loro di sostenermi”.

In tutto questo tempo Duffy è riuscita a essere soltanto Amy Ann, e “piano piano ho curato le mie ferite dell’anima”, non riuscendo “ad usare la mia voce per raccontare il mio dolore”.

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Crediti: ©SCANPIX /Lapresse