Mei/Indipendenti
Mei, Rubrica. MUSICA IN GIALLO. MEI25 – Premio dei Premi
Di Roberta Giallo
UN MEI 25 EROICO E UN “PREMIO DEI PREMI” INCLUSIVO, APERTO AL DIALOGO TRA GENERAZIONI E ALL’INSEGNA DELLA QUALITA’: VINCE LUCA GUIDI, ESEMPIO LODEVOLE DI MISURA ED ELEGANZA, NOTEVOLI LE ESIBIZIONI DI LETTIERI E ANDIEL.
La Venticinquesima Edizione del Mei Meeting degli Indipendenti, dato il tempo storico in cui si è svolta, si è rivelata indubbiamente eroica.
Quando dico eroica intendo significare “capace” di fornire spunti interessanti, virtuosi, e concretamente praticabili, su come possiamo e come potremmo fare musica oggi e domani, all’insegna di un problema reale, persistente, comune, di non facile risoluzione. Un problema imprescindibile, che ci coinvolge tutti, quotidianamente, e che è entrato nelle nostre vite da marzo 2020, modificando radicalmente _ ahimè_ le nostre giornate, prospettive future comprese.
Tuttavia, nonostante questo macigno e la sua ombra aleggiante, sono lieta di poter affermare che il MEI 2020 e nello specifico, il Premio Dei Premi, che ho avuto l’onore di presentare ancora una volta insieme ad Enrico Deregibus (uno dei giornalisti musicali più dotti di questa stramba epoca), ha rappresentato un momento di “sana catarsi alternativa”, emotiva e pratica, ricordandoci attraverso la musica di giovani e meno giovani, il suo grande potere di aggregazione (e in questo caso è quasi comico e paradossale dirlo, ma per fugare ogni equivoco, necessario sottolinearlo, “un’aggregazione degli animi a debita distanza fisica”).
Mi preme specificare che esiste aggregazione e aggregazione, e quella che ho visto prendere vita a Faenza, in Piazza Nenni, la serata del 3 ottobre mi è piaciuta parecchio, in virtù della qualità della musica proposta, ma anche della qualità del pubblico presente, attento e rispettoso, sia nei confronti degli artisti, sia nei confronti delle misure necessarie per poter garantire la tranquillità e la sicurezza di tutti, in un momento tanto delicato.
Ecco, non siano mai date per scontate queste cose, ciò che parrebbe ovvio, spesso non lo è, tanto più in questi tempi bruti, e pure un pochino bui…
Chi ben mi conosce ben lo sa: uno dei miei punti cardinali e saldi è l‘Educazione, nel senso più ampio possibile. Per carità, non sia mai che io passi per una persona noiosa, esageratamente rigorosa e bacchettona, tutt’altro; mi sta così a cuore la libertà da poter accettare che il disordine di tanto in tanto scuota la mia vita, proprio così come smuove da dentro la migliore ispirazione, ma posto questo, credo che educare all’ascolto, educare alla curiosità, educare all’accettazione del diverso, del non omologato, infine educare al rispetto degli uni verso gli altri, ed educare all’educazione stessa, sia oggi fondamentale per costruire il nostro domani.
Un domani della convivenza educata delle differenze, ed educata alla differenza.
Lo spettacolo del Premio Dei Premi si è posto esattamente come mi piacerebbe che fossero tutte le manifestazioni e gli eventi dedicati al Bello; perché quando si parla di musica e di concerti è proprio all’”idea”, al concetto di “bello”, che io personalmente penso. E il concetto di bello originario, se penso alla Magna Grecia, non era sganciato da quello di virtuoso, di moralmente lodevole.
Belle, sembra ridondante scriverlo ancora, ma non importa, belle, in effetti, e aggraziate, sono state le esibizioni di tutti gli artisti, a partire dal Vincitore del Premio Dei Premi 2020, Luca Guidi, esempio lodevole di misura ed eleganza (già vincitore del Premio Bindi), e quelle degli altri due finalisti e colleghi, Francesco Lettieri, cantautore sensibilissimo (già vincitore del Premio Bertoli) e, Andiel, virtuoso della voce (già vincitore del Premio Pigro – Ivan Graziani).
E andando avanti, belle, aggraziate e commoventi sono state le attesissime esibizioni degli ospiti onorari: quella della regina Tosca (amo definirla così in quest’annata che le ha conferito una miriade di riconoscimenti stra-meritati), accompagnata della sua ensemble fatata, e quella di Paolo Capodacqua, storico chitarrista del cantautore bolognese Claudio Lolli.
E ancora, bella e intensa è stata la performance di Sara Zaccarelli, cantante dalla voce suadente e corposa, altra ospite preziosa della serata.
In questo connubio di voci, di suoni, di personalità differenti, alle quali ho potuto felicemente unirmi, passando dal ruolo di presentatrice a quello di cantautrice, chiudendo la serata con alcune mie canzoni eseguite al pianoforte, ho potuto avvertire forte il senso di una speranza collettiva e condivisa, che non deve rassegnarsi di fronte ai sempre nuovi ostacoli che questi tempi ci mettono davanti: una speranza concreta, la mia, la nostra, che parte dalla solidità e dalla solidarietà di cui hanno bisogno eventi come questo, di questa portata.
Ecco cos’è il MEI e cos’è stato questo MEI 25, un evento polivalente e plurale, nato dalla collettività per la collettività, dove ogni premio è solo un pretesto per dialogare, per accostare artisti diversi, di estrazione diversa, di “generi” diversi, di numeri diversi…
La serata del 3 ottobre ha dimostrato come si possa fare della buona musica, mettendola a dialogare, offrendo al pubblico l’opportunità di vedersi passare davanti agli occhi, in una manciata di ore, qualche generazione. Non è meraviglioso?
Perché oggi è davvero questo ciò di cui abbiamo più bisogno, l’incontro.
L’incontro di generazioni diverse, di “generi” diversi, di regioni diverse, di terre diverse, di personalità diverse…
E direi che siamo sulla buona strada, o almeno il MEI certamente lo è, da 25 anni!
Non posso mancare, infine, di complimentarmi vivamente con il Patron del MEI Giordano Sangiorgi, con tutto il numeroso e operoso staff , con la città di Faenza, che accogliendoci tutti, ha reso possibile anche quest’anno una manifestazione importante, che ha acceso tante luci, tanti buoni propositi, e posto le basi per nuovi sviluppi, necessari per la salvaguardia della musica e della cultura del nostro paese.
pH Gianni Daverona
LEGGI QUI L’ARTICOLO ORIGINALE SUL SITO DEL MEI.
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Crediti Foto: MEI