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Mei, Rubrica. MUSICA IN GIALLO. Caravaggio: artista per necessità e non per vezzo capace di giovare all’Indie e al Pop contemporanei

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Di Roberta Giallo

Mi tedia parlare di mestieranti.

Mi esalta e mi entusiasma parlare di artisti.
E di “essere artisti”, badate, lo si sceglie nella misura in cui si desidera fare di questa condizione “un lavoro” (con tutto ciò che comporta); ma perché lo si possa scegliere, prima, è necessario esserlo. Esserlo già.
Essere artisti dunque è la conditio sine qua non per poterlo compiutamente diventare, ma scegliere d’esserlo senza esserlo… “lasciate ogni speranza voi ch’entrate!”.
Ecco concluderei così, e chi ha intuito, m’avrà già inteso.
Chiarito che chi è artista lo è per necessità, poiché questo è del resto l’unico modo in cui un vero artista può stare al mondo e resistere, l’unico in cui “sa stare” e “può salvarsi”, oggi vi getto il mio riflettore giallo su Caravaggio, cantautore contemporaneo che dal Caravaggio che tutto il mondo ci invidia (per le sue luci e le sue ombre), deve aver preso, per fascinazione e riconoscimento elettivo, il nome.
Un artista, dicevo, questo Caravaggio dei nostri tempi, che va a collocarsi tra il terreno d’azione dell’indie e del pop, ma sconfinando in altro, nell’energia singolare che gli è propria; un artista _ripeto_ che mi ha sorpreso nella misura in cui m’ha conquistata e commossa, trascinandomi nel suo universo vorticoso di emotività e passione, non scevro di filosofia delle parole, di estetica ricercata e dosata dei colori, delle forme, del trucco, del movimento.
Lo “spettacolo necessario” di Caravaggio è aver portato e portare se stesso in scena compiutamente, non risparmiandosi, ma dandosi completamente, con la cura di chi ha a cuore i dettagli, e la passione e l’unicità di chi sul palco libera il proprio “demone” interiore, essendo in suo potere liberarlo e lasciarlo “esprimere”.
Per questo affermo a caratteri maiuscoli che CARAVAGGIO È ARTISTA PER NECESSITÀ E NON PER VEZZO, PROPRIO QUEL “TIPO” D’ARTISTA CAPACE DI GIOVARE ALL’INDIE E AL POP CONTEMPORANEI.
… riportando “arte e autentica passione” in un mondo di micro e macrocosmi asserviti sempre più al calcolo del business e del successo controllabili (controllabili, mai fino in fondo).
Ho scoperto Caravaggio a Musicultura, luogo e contesto in cui ha potuto brillare di luce propria, arrivando tra gli 8 vincitori, e portando sul palco del mastodontico Sferisterio, così come del resto alle audizioni, un vero e proprio spettacolo a tutto tondo, intriso di tecnica e passione, di movimento e pathos performativi, un grande spettacolo di luci e ombre.
Commovente, e sicuramente per me una delle più belle canzoni che io abbia ascoltato nell’ultimo anno (ma anche oltre questo anno), è “Le cose che abbiamo amato davvero”, ne consiglio urgentemente e vivamente l’ascolto, oltre ad affermare senza riserva che la candiderei a classico intramontabile.
È così bello, oggi, scoprire delle canzoni che meritano di chiamarsi tali!
Ecco, essere imperituro, si dà il caso che un artista aspiri a questo, dopo la scelta di perseguire la propria e necessaria inclinazione, e questo desiderio di essere imperituri, e nel pop e nell’indie, forse porterebbe ad un piano più nobile e autentico, le sorti  della canzone attuale. Io credo che Caravaggio aspiri a questo e possa permetterselo degnamente.
Ascoltando “Le cose che abbiamo amato davvero”, che, senza esagerare, io trovo iconico per testo, musica, e musicalità risultante nell’amalgama dell’arrangiamento, qualcosa si è “rimesso” a posto e in moto nel mio
universo psichico…
proprio il regalo che ci fanno le canzoni degne di chiamarsi tali.
GRAZIE.
Caravaggio sul palco è artista a tutto tondo: cantante, cantautore, mimo, ballerino, performer, demone, opera figurativa incarnata (i segni grafici sul viso e corpo ne sono esempio evidente e stilistico).
E oltre alla cifra della poliedricità, aggiungerei l’istinto al gesto e la naturalezza del movimento, con cui annulla le distanze e ci porta nel suo mondo fragile e dirompente, profondo fino al “trauma”, e compiutamente originale.
Caravaggio è dunque donatore di catarsi, qualità propria degli artisti capaci di liberare il proprio demone.
Posso affermare di essere davvero felice di averlo scoperto, conosciuto e apprezzato.
E ora, di averne scritto, invitandovi ad approfondire qualora non l’aveste già fatto.
Sappiate che è previsto per i primi di ottobre l’uscita di un nuovo singolo “Le Donne di Botero”, come potete notare, in coerente continuità con la modalità “pittore delle parole”, che il cantautore sta costruendo per portarci in viaggio con sé.
Auguro davvero ogni bene a questo artista dei colori e delle emozioni, e colgo l’occasione per suggerirvi di annotare il 1^ settembre, data speciale in cui sarà in concerto nel giardino del comune di Latina, per riprendersi ciò che un “malessere dispettoso” e che non voglio nominare, non è riuscito a cancellare, ma solo a far rimandare.
Buona ripresa, cantautore dell’Anima!
Vi lascio in coda il link a “Le cose che abbiamo amato davvero”, brano di Caravaggio arrangiato insieme a Pino Saracini, mixato e masterizzato da Nick Valente.
Roberta Giallo
Laureata in Scienze Filosofiche, Roberta Giallo è cantautrice, scrittrice, performer teatrale, pittrice etc. Si definisce un “ufo” o “un’aliena perennemente in viaggio”. Ha già scritto di musica per Vinile e All music Italia, “Web Love Story” è il suo romanzo d’esordio. Musica in Giallo è la sua prima rubrica musicale per MeiWeb.