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Mambolosco feat Boro Boro, “Caldo”: la fiera del pessimo

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Il sodalizio fra i due bad boy veneti da i suoi primi frutti.

Mambolosco è un trapper italo-americano nato a Vicenza. Diventato famoso con “Guarda come Flexo”, le sue vicende giudiziarie ne hanno poi fagocitato la figura artistica, diventando un argomento obbligato ogni volta che si parla di lui. Accusato di essere un “infame” nel giro dello spaccio di Vicenza, il nostro a più riprese ha spiegato la sua vicenda giudiziaria, senza tuttavia togliersi di dosso la pesante etichetta di “informatore” della polizia. Per ricordare a se stesso e ai fan che lui fa musica prima di tutto, partorisce “Arte”, esordio in cui è evidente il suo amore per la trap USA ed i testi cazzari. Questo secondo album prosegue la traiettoria del primo, con l’aiuto del nuovo acquisto della Sugo Gang Boro Boro. Vediamo i risultati

“Fallo” parte subito bene: cioè ricordandoci gli FSK. Con alla console l’inossidabile Nardi, le barre sono ignoranti come da marchio di fabbrica: le metafore ruotano attorno a sesso e calcio, più nazionalpopolare di così si muore.

Il brano con la Dark Polo è indubbiamente il vertice dell’album. Dietro alla console Sick Luke sforna un base molto USA oriented, con sfumature pop e latine che la rendono ipnotica. Le barre come sempre sono ignoranti e ruotano intorno a sesso e droga, l’apporto della DPG è trascurabile.

Dal feat con Rosa Chemical ci aspettavo molto di più. Il modello italo-russo infatti ci ha abituato a spericolate sperimentazioni con le barre e a basi elettroniche poco easy listening, qui invece alla console Nardi sforna una pop trap anonima e le barre giocano su maccheronico italo-spagnolo senza guizzi. Peccato per l’occasione sprecata.

“Nena” è stata una hit a sorpresa del periodo di quarantena. Come producer c’è l’obiquo Andry The Hitmaker e si sente: base latino trap fatta secondo i canoni, le barre sono come al solito la fiera dell’inutile, comprese quelle in napoletano di Geolier, ormai abituato a ripetere all’infinito se stesso.

 

Il brano (già presente nel precedente album “Arte”) era già imbarazzante nella versione originale, fare peggio era quindi impossibile. Il remix e la voce di Anna Pepe lo migliorano notevolmente: la base è sensuale ed ipnotica, la voce di Anna gli dona quel sapore di conturbante grazie alla sua voce da adolescente sicura di sé. Detto questo il testo rimane cringe come nella versione originale.

Inutile continuare nell’analisi, Mambolosco è monolitico come un pezzo di marmo, l’apporto di Boro Boro non cambia la situazione, a cui si aggiunge il fatto che Nardi è un buon producer ma è estremamente ripetitivo nella scelta delle basi, mutuate da quel che va di volta in volta negli USA. I pezzi migliori sono quelli in cui dietro la console c’è qualcun altro di valore, così che le barre sesso/droga/soldi si Mambolosco e Boro Boro (e relativo ospite) passano in secondo piano. La sufficienza è data dal remix di “Twerk” (veramente bella la base e sensuale l’apporto della Pepe) e da “Va così” con la DPG, che si porta appresso un Sick Luck in forma… Per il resto la solita carrellata di riempitivi e feat inutili come una banconota da 30 euro. Se siete dei fan hardcore di Mambolosco accomodatevi, altrimenti date un’ascoltata a “Twerk” e lasciate perdere il resto.

VOTO: 6/10

AGGETTIVO: SFIANCANTE

TRACKLIST

  1. Fallo
  2. Forte
  3. Va Così feat. Dark Polo Gang
  4. Mes Amis
  5. Lindo feat. Rosa Chemical
  6. Me Gusta
  7. Pesca feat. Beba
  8. Twerk RMX feat. ANNA
  9. Lento RMX feat. Lola Indigo
  10. Nena feat. Geolier & Andry The Hitmaker
  11. Il Passo feat. Samurai Jay 

    ALBUM: CALDO

    ARTISTA: MAMBOLOSCO & BORO BORO

    ANNO: 2020

    ETICHETTA: UNIVERSAL

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