Musica
Liberato, “Ultras”: la colonna sonora che non ti aspetti
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Il sodalizio fra il regista Lettieri e Liberato è solido, e lo dimostra la colonna sonora che il secondo compone per l’esordio cinematografico del primo. La scelta di un tappeto sonoro elettronico spiazza i fan.
E’ sempre difficile recensire una colonna sonora, perché strettamente correlata alle immagini del film per cui è stata ideata… se poi questa colonna sonora è composta da un artista come Liberato, che all’anonimato fonde un solido radicamento nella Campania (sua terra natale) e un mix di generi (indie, neomelodico, elettronica, hip-hop) sulla carta incompatibili fra loro, l’analisi dell’opera diventa ancora più complessa. Partiamo dall’inizio: Liberato appare sulle scene nel 2017 con il singolo “9 Maggio”, incappucciato. Anche l’uso dei social è anticonformista e improntato all’impersonale: un account su Tumblr con immagini riprese dalla storia del Napoli calcio è tutto quello che c’è, seguito poi dalla creazione di un profilo Instagram ugualmente criptico. Dal 2017 a oggi aumentano le opere a disposizione del pubblico, ma non si sa nulla di più rispetto all’esordio sull’identità dietro il progetto: potrebbe essere un producer già noto, un cantante che vuole farsi una carriera parallela, oppure un collettivo. Il regista Francesco Lettieri ha diretto parecchi dei videoclip d Liberato, concorrendo a plasmarne l’immagine pubblica. “Ultras” è la sua prima opera per il grande schermo, e racconta in maniera drammatica il mondo degli ultras del Napoli calcio. Il filom avrebbe dovuto essere nelle sale il 9-10-11 Marzo, ma a causa delle restrizioni dovute al Coronavirus la sua proiezione è saltata ed è finito direttamente su Netflix il 20 Marzo. L’album di Liberato esce 3 giorni dopo la pubblicazione su Netflix del film, a ribadire la stretta unione fra i due progetti.
Il brano di punta dell’album è sicuramente “We come from Napoli”, il cuo video è stato (ovviamente) girato da Lettieri. Colloborazione di prestigio con 3D dei Massive Attack, il cantato del brano è un interessante mix fra dialetto napoletano ed inglese, mentre la base è un elettronica dall’atmosfera rarefatta con improvvisi passaggi più dance orientend. Capace di incidersi nella mente dell’ascoltatore, è un ottimo singolo.
Passiamo ad un brano più in linea con la produzione classica di Liberato. Elettronica rarefatta cantata in napoletano, il testo è un inno d’amore al Napoli al calcio. Nonostante il brano sia evidentemente mirato, riesce ad emozionare anche chi non ha particolare interesse nel film o nel calcio.
L’unico altro brano cantato è un’elettronica da clubbing che alterna momenti cupo-battuti ad altri di improvvisa pace e contemplazione. Brano ideale da ascoltare in una nottata al club, senza quel contesto si lascia scorrere senza particolari sussulti.
Passiamo dunque agli strumentali puri. “Grazia” è il brano d’apertura dell’album: introdotto da un parlato concitato in dialetto napoletano, evolve in un brano ambient ad alto tasso d’ansia.
“Rione Terra” si muove sulle stesse coordinare ma è giocato su un giro di piano minimale che stempera l’ansia del brano precedente.
Introdotto da un parlato la necessità della fuga a causa degli sbirri, “Graziella” è un commento sonoro a vocazione dance alla fuga precipitosa. Le urla, gli strepiti e rumori di passi veloci che appaiono nel brano aumentano il senso d’urgenza trasmesso dal tappeto elettronico.
Chiude l’ora di durata dell’album “Graziocazz”, breve strumentale giocata su una distorsioni introduttiva che si apre verso un angosciante tappeto elettronico, per finire con frammenti d’audio tratti dal film in cui si odono spari, grida e le sirene della polizia.
Cosa aggiungere? E’ un album diviso fra un parte di elettronica da club e un altra più a vocazione di puro commento sonoro alle immagine del film. Monolitico, ansiogeno, sarcastico (notare la scelta dei titoli), è difficile scinderlo dal film per cui è stato composto. Consigliamo quindi al potenziale ascoltatore di guardare prima il film e poi di ascoltare l’album, per apprezzarne a pieno le sfumature. Come opera a sé stante risulta ascoltabile e nulla più.
VOTO: 7/10
AGGETTIVO: monolite
TRACKLIST
ALBUM: ULTRAS
ARTISTA: LIBERATO
ANNO: 2020
ETICHETTA: LIBERATO
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