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Interviste

Mei, Rubrica. #NEWMUSICTHURSDAY. A NordEst con Blumosso

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Di Marta Scaccabarozzi

Blumosso, musicista, autore e scrittore, ci sorprende ancora una volta con la dolce e malinconica narrazione del suo ultimo singolo “Nordest”, pubblicato il 19 marzo per l’etichetta Luppolo Dischi. Con lui nell’intervista che ci ha rilasciato abbiamo provato ad indagare tematiche esistenzialiste e non, alla ricerca di una risposta che possa essere universale.

Come ultima cosa ma non meno importante, Blumosso regala ai lettori della #NewMusicThursday in anteprima il video di “Nordest”: la cornice marittima fa da sfondo (con funzione di protagonista) ad una precisa volontà da parte dell’autore di rendere eterna l’istantanea di una giornata speciale, passata con gli amici di sempre in riva al mare; non è tanto la perfezione tecnica che Blumossopersegue, quanto piuttosto la ricerca di un’autenticità che da sempre detta la cifra stilistica del musicista italiano.

Buona visione e buona lettura!

Ciao Blumosso, benvenuto nella #NewMusicThursday! Partiamo con una domanda sul tuo ultimo singolo “Nordest”: in che modo questo brano diventa ponte con il passato?

Probabile che i ponti col passato esistano solo nella testa di chi, tali ponti, li costruisce. Non saprei, avendo scritto la canzone, ho sensazioni e ricordi che mi fan più di altre legare “Nordest” al Blumosso del passato. Soprattutto per tematiche. Penso giochi molto anche l’uso della voce. Sono un range simile a quello del passato (e in futuro non sarà così). Anche gli strumenti e gli equilibri tra essi sono quelli del primo disco.

Si dice che le storie d’amore viste da lontano sembrano tutte uguali, dunque credi che l’unico modo per non banalizzarle è non parlarne attraverso canzoni oppure dedicare una canzone alle proprie esperienze d’amore, passate o presenti, sia invece fondamentale per renderle immortali?

Fondamentale, per me, è scrivere con sincerità (anche quello che si è immaginato e basta). Se a questo (e ai sacrifici), si aggiunge quel pizzico di “essenziale invisibile – e inspiegabile – agli occhi” allora il gioco è fatto… ma quanto è complicato ‘sto gioco?

Che significato ha per te la parola “sperimentazione”? Ti senti in qualche modo di far parte, per il tuo gusto nella ricerca e nel recupero di sonorità e contenuti che non si ritrovano più facilmente tra i nuovi ascolti, di una forma di “avanguardia”? Ammesso che di avanguardia, oggi, abbia ancora senso parlare…

“Sperimentazione” è un termine che assume significato solo se accostato alla parola “Libertà” – Ma si è liberi (in musica) solo quando si ha personalità. Non mi sento assolutamente un’artista d’avanguardia, anzi. La mia ricerca di “sonorità altre” nasce solo da un impulso egoistico: “La musica contemporanea mi butta giù”, quindi cerco altrove quello che più appaga il mio ego (sonoro).

Tra l’altro, con “Nordest” inauguri il percorso che ti porterà alla pubblicazione del tuo nuovo EP. Scelta inusuale, per un cantautore come te, quella di un contenitore di sole tre tracce; come mai questa decisione? Queste tre canzoni fanno parte di un momento competitivo che ti andava così di portare a conclusione? Oppure c’è all’orizzonte qualcosa di più complesso e intricato?

Perché il mio secondo disco è già stato scritto (e quasi del tutto registrato), ma non volevo “bruciarlo” così: in un periodo storico in cui non si può suonare in giro. Per me non aveva senso. Avevo però questi tre brani fuori disco che volevo assolutamente pubblicare. Ho trovato il modo, secondo me, più consono per farlo.

Quanto è importante per te lavorare in continua sinergia con più musicisti per le tue creazioni artistiche?

In passato ho pensato fosse sicuramente più importante di quanto non possa credere adesso. C’è però da dire che non mi piace fare le cose da solo, e mi piace coinvolgere. Sono per la giusta attribuzione dei ruoli. Una persona deve far ciò che sa fare.

Sei scrittore e la domanda non te la puoi dribblare: consigliaci un libro utile ad inquadrare, a livello letterario, il tuo nuovo singolo “Nordest”.

“Lo straniero” di Albert Camus.

Cosa dobbiamo aspettarci dal prossimo singolo, in attesa del tuo EP? Saranno tre brani tra loro scollegati o uniti dal filo rosso di un preciso “concept”?

Il prossimo singolo s’intitola “Va beh”. Sarà la canzone più “felice” mai pubblicata da Blumosso (va beh… felice… la più ballabile vah). Di sicuro la prima canzone con una drum machine. Il concept è dato da un mini EP, Di questo e d’altri amori. L’idea nasce dopo aver ascoltato una canzone del cantautore pugliese Mino de Santis, “Tonio e Concettina”, la quale mi ha dato modo di riflettere sull’argomento.
L’ultimo verso del brano di Mino dice, Forse alla fine le storie d’amore si assomigliano tutte.  Ed è proprio vero: forse, visti dall’esterno, gli amori sono quasi tutti uguali, solo chi li vive ne conosce la verità e le dinamiche; le gioie e i dolori; le differenze. Come le canzoni d’amore che uno scrive e canta, del resto: sembrerebbero parlare sempre della stessa cosa; sempre della stessa persona, e invece… “.
Per cui, il tema dell’EP è l’amore universale, narrato secondo tre punti di vista essenziali: amore come speranza; come realtà concreta e vissuta; come nostalgico ricordo del passato.

 

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Crediti Foto: MEI