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Intervista: Il nuovo inizio di Giada Capraro, salentina a Parigi

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Indie-gesta, la rubrica di chi va controcorrente, oggi presenta una voce strepitosa che ci racconta proprio la sua avventura, dal Salento a “The Voice, la plus belle voix”, direttamente da Parigi, Giada Capraro.

Ciao Giada, come stai? Sei a fare un giro per la ville lumière adesso?

Macchè, noi concorrenti facciamo avanti indietro con gli studi di The Voice e l’hotel tutti i giorni, perché non possiamo rischiare per via della pandemia. Guarda, sono giusto tornata da una corretta al parco qua dietro, perché quello possiamo farlo. Abbiamo la famosa “ora d’aria” per sgranchirci un po’. A parte la situazione sanitaria generale, sono felicissima, stanca ma felicissima.

Ogni sabato sera, in prima serata va in onda la puntata del talent The Voice, la plus belle voix sul canale TF1. Hai già superato i le 4 étapes ufficiali con 4 pezzi “da novanta”: l’Audition à l’aveugle (“blind audition” nella nostra versione italiana del talent), in cui hai cantato “Il mio rifugio” di Riccardo Cocciante, la Battle con “Requiem pour un fou” di Johnny Hallyday, la K.O. con “Never Enough” di Loren Allred, dal musical “The Greatest Showman” e l’altro ieri “Je suis malade” di Serge Lama. Stasera, tra poche ore, la semifinale acui siete arrivati soltanto in 8. Come sta andando quest’avventura e qual è la tua giornata-tipo da concorrente del talent?

La gara si fa sempre più intensa, siamo rimasti in otto semifinalisti. Qui il programma è seguitissimo ma so che dall’Italia è difficile seguirmi. Ho lasciato però sulla mia pagina instagram le indicazioni per seguire lo streaming con le app per cellulare o da computer. Sai, le nostre giornate da concorrenti sono davvero piene, e certe volte mi sembrano ancora più complicate per le interviste che devo fare in francese! Ogni giorno abbiamo abbiamo il “coaching” insieme alla vocal coach, prove dei pezzi, movimenti coreografati apposta da un coreografo per ogni nostra esibizione, prove con gli stylist, insomma giornate full-time. Quando esco da questa “bolla” e torno in hotel ritornano le preoccupazioni quotidiane ma finchè sono negli Studios mi sembra di essere in un’altra dimensione.

 

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Sei nel team di un’istituzione della musica “pop” francese, Florent Pagny, che in Francia dagli anni ‘80 ha venduto più di 15 milioni di copie. Siete partiti in un folto gruppo e, étape après étape, ha sempre puntato su di te. E direi meritatamente, poi tutto il pubblico francese stravede per te ! Come hai preso la decisione di provare questo percorso in Francia?

Sì, in questi talent tutte le tappe fino ai “K.O.” servono “a sfoltire”, alle prime audizioni eravamo tantissimi. Parte della mia famiglia vive nel sud della Francia e quindi mi ha iscritto mio cugino. Non ti dico la sorpresa quando mi sono trovata una mail dello staff di The Voice France! Ricordo ancora la data della prima audizione, il primo di settembre 2020 e pensa che non volevo neanche farlo: dopo varie esperienze, avevo perso la voglia di partecipare ai talent perché il meccanismo mi aveva davvero scoraggiata. Qui ho trovato persone meravigliose, tutto lo staff del programma ci sostiene e sono tutti molto comprensivi, si concentrano quando gli parlo in francese e provano sempre a capirmi!

Invece ti ho vista sentita in diversi video e sembri molto a tuo agio nel parlarlo !

Sai, avendo sempre parlato con i miei nipoti e parenti che vivono nel sud della Francia ho giusto questo accento marcato un po’ del sud, molto diverso da quello parigino! Però parlandolo continuamente in questo periodo sono abbastanza soddisfatta, non ho problemi a comunicare con gli altri.

Quali differenze hai riscontrato tra l’Italia e la Francia nel settore della musica e dello spettacolo? Immagini il tuo futuro in Francia?
Te ne dico subito una: la meritocrazia qui c’è, altrove no.
Pensa che a The Voice France è bastato un video su YouTube per chiedermi di venire qui a Parigi a fare il provino. Avevano sentito qualcosa che gli era piaciuto, hanno creduto in me da subito. Sì, mi ci vedo in Francia ma anche altrove, il bello della musica è che la puoi fare ovunque, tutto il mondo è collegato. Anche se per quello che sto vedendo non mi dispiacerebbe fare un periodo qui.

I tuoi compagni d’avventura sono per lo più francesi, cosa ti hanno raccontato della figura del musicista e dell’artista in generale in Francia?

Bè sicuramente un Artista qui in Francia è più tenuto in considerazione, gli intermittenti sono tutelati, hanno la loro disoccupazione, gli aiuti dello Stato (Les Intermittents du Spectacle, i lavoratori dello spettacolo e della cultura, spesso e volentieri precari. Gli intermittenti beneficiano di un regime fiscale particolare, nato nel 1936, prima nel settore cinematografico, poi esteso a tutti i lavoratori della cultura. Quando l’artista/lavoratore non lavora, lo Stato, con i sussidi di disoccupazione, “paga” la differenza tra lo stipendio che ha ricevuto mentre lavorava e quello che ha lavorato durante il mese- per compensare e arginare la precarietà degli impieghi, i differenti committenti, spesso lavori giornalieri, ndA). In Italia ti chiedono ancora “sì, ma che lavoro fai davvero?” quando dici che sei una cantante.

Quando hai iniziato a cantare? E quali artisti ti hanno più ispirato? Colpisce molto la profondità del tuo timbro, si sentono influenze della musica soul.

Ho cominciato fin da piccola a cantare, e pensa che non sono mai riuscita a “vivere di questo”. Ho sempre avuto un altro lavoro. Sono di Castro, un piccolo paesino turistico, ho sempre lavorato al bar, in palestra, oppure cantavo ai matrimoni, alle feste locali. A 12 anni ho partecipato al primo concorso di canto nel mio paese. Lo vinsi più volte e non mi hanno fatto più fatto iscrivere, mi dicevano “fai avere qualche soddisfazione anche agli altri!”. Ho sempre avuto questa voce un pò soul e il mio mito è sempre stato Tina Turner, sono cresciuta con mostri sacri della musica leggera, soul e pop. E pensa che non ho mai preso lezioni di canto. Infatti non saprei spiegare come faccio esattamente e tecnicamente tutto quello che canto, ormai mi viene dall’esperienza.

Quali sono le difficoltà (se ce ne sono) che hai riscontrato finora?

E’ tutto molto esaltante e paradossalmente gli unici momenti di difficoltà sono alla sera, quando torniamo in hotel e come ti dicevo si esce da quel mondo “incantato”, si torna alla normalità, soli con se stessi e i riaffiorano i problemi. Sto facendo quello che amo e sono fortunata. Poi se ti devo dire un altro piccolo ostacolo è che non ho mai fatto un riscaldamento vocale qui insieme al coach dobbiamo farlo, quindi mi devo adattare a tecniche e una disciplina “accademica” che non avevo mai avuto.

Potete scegliere voi i brani da cantare? Per essere più apprezzati dai francesi secondo te è importante cantare in lingua francese?

Più o meno, loro ci chiedono di fare una lista di brani e li scelgono da lì. Guarda, sto vedendo che il pubblico o i coach hanno pareri contrastanti: molti amano profondamente la musica italiana, altri dicono “siamo a The Voice France, si deve cantare in francese”. La pronuncia delle parole non è sempre facile quindi devo stare molto attenta. Uno degli aspetti più interessanti è che ascoltando anche le esibizioni dei miei compagni d’avventura, ho imparato a conoscere pezzi che hanno fatto la storia della musica francese e che voglio assolutamente aggiungere al mio repertorio una volta conclusa l’esperienza di The Voice.

Se dovessi dire un disco e un libro che ti hanno ispirata particolarmente e che quindi regaleresti ad un aspirante artista?

Sicuramente un disco che mi ha ispirata molto è “Disincanto” di Mango (capolavoro del 2002, doppio Disco di Platino, segnato da una nuova poetica del cantautore, con brani come “La rondine”, tra i più grandi successi di quell’estate, ndA) e un autore che mi ha segnato e che continua a colpirmi profondamente è il conosciutissimo Paulo Coelho, o il romanzo “L’ombra del vento” di Ruiz Zafón (ambientato nel lasso di tempo 1945-1966, uscito in sordina in Spagna nel 2001, grazie ad un rapido passaparola è poi divenuto un vero caso editoriale a livello globale, con 8 milioni di copie vendute e innumerevoli traduzioni, ndA).

 

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Stasera tifiamo tutti per te alle Semi-finale de The Voice, la plus belle voix!

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