Musica
In rotazione radiofonica la versione di Timothée Chalamet di “Like a Rolling Stone”
Da ieri è in rotazione radiofonica la versione di Timothée Chalamet di “Like a Rolling Stone”, il più celebre ed emblematico brano di Bob Dylan. Questa interpretazione fa parte della colonna sonora del film “A Complete Unknown”, diretto da James Mangold e dedicato alla vita di Bob Dylan in uscita il 23 gennaio.
La colonna sonora, magistralmente interamente interpretata da Chalamet, uscirà in versione vinile il 24 gennaio e in CD il 28 febbraio. Entrambe le versioni sono già disponibili in pre-order. Già dall’ascolto di Like a Rolling Stone emerge l’incredibile lavoro fatto da Chalamet, riuscito nell’impresa di diventare simile al leggendario cantautore.
Like a Rolling Stone: una canzone rivoluzionaria
Poche canzoni sanno caratterizzare un’epoca meglio di Like a Rolling Stone, uscita nel 1965 e che ha sancito un cambio di rotta senza eguali nella storia della musica. Con il suo sound tagliente e fresco, la canzone scritta dall’ex menestrello di Duluth, ha dato il via alla rivoluzione elettrica nel folk. Esemplare, a tal proposito, quanto successo quell’anno al Festival Folk di Newport, dove Dylan era ospite fisso dal 1962. Lì, nel 1965, dopo anni a suonare acustico solamente voce e armonica, sale sul palco accompagnato da una band di tutto spessore, composta da musicisti come Mike Bloomfield e Al Kooper. L’esibizione è magistrale ma lascia basita la platea conservatrice, che si aspettava il solito vecchio folk. Al termine di Like a Rolling Stone il pubblico fischia e rumoreggia confuso da quanto successo. Gli ci vorrà un po’ ad abituarsi. Una cosa è certa, nella muscia pop anni 60 c’è un prima e un dopo Like a Rolling Stone.
Il Film
Il film, che vede Chalamet nei panni di Bob Dylan, arriverà nelle sale italiane dal 23 gennaio. Il regista James Mangold ha commentato: “Per me c’era un solo modo per realizzare questo film: avere attori che fossero profondamente talentuosi, ambiziosi e abbastanza coraggiosi da poter incarnare le personalità degli artisti che avrebbero dovuto interpretare. E per fare questo, dovevano essere in grado di cantare le canzoni… Non volevamo sostituire la potenza, la bellezza e la meraviglia di quello che già esiste, ma piuttosto celebrarla“.