Eurovision Song Contest
Sanremo, la Rai sottovaluta fin troppo l’Eurovision Song Contest
Se in Italia il Festival di Sanremo ha un forte valore simbolico culturale ed è visto come un evento che celebra l’Italia non solo con la musica. Nel resto d’Europa viene visto come quello che effettivamente è: la selezione nazionale per scegliere l’artista italiano all‘Eurovision Song Contest.
Del resto la Rai ha (quasi) sempre scelto la kermesse sanremese come selezione nazionale per l’Eurofestival. Questo meccanismo è ritornato nel 2015, dopo che dal 2011 al 2014 la scelta del rappresentante dell’Italia avveniva internamente – anche se la Rai sceglieva sempre tra gli artisti partecipanti al Festival di quegli anni.
DOVE E QUANDO SI TERRÀ L’EUROVISION SONG CONTEST
L’Eurovision Song Contest quest’anno si svolgerà all’Ahoy Arena di Rotterdam (Paesi Bassi) il 16, il 18 e il 20 maggio. Il Paese avrebbe dovuto ospitare l’evento nel 2020, a seguito della vittoria del cantante Duncan Lawrence, ma per il Coronavirus è stato cancellato per la prima volta in 65 anni di Eurovision.
Per fare in modo che l’evento si faccia ed evitare di nuovo la cancellazione, l’EBU/UER (Unione Europea di Radiodiffusione) ha progettato quattro diverse modalità di svolgimento della competizione: Lo scenario A, B, C e D.
La scelta finale dello scenario si baserà all’andamento della pandemia da qui a maggio. Fino ad ora L’EBU ha escluso lo scenario A, che prevedeva la presenza del pubblico, degli artisti e dei giornalisti a Rotterdam come gli altri anni. Sono rimasti altri 3 scenari.
COSA PREVEDE LO SCENARIO B
Lo scenario B, così come lo scenario C e D, prevede che le reti televisive partecipanti mandino un live-on-tape; Si tratta di una performance registrata da mandare in onda durante la gara a maggio. Questo in caso non fosse possibile esibirsi fisicamente a Rotterdam per ovvie ragioni. La registrazione è consentito solamente in uno studio televisivo oppure in un teatro.
La data di scadenza per poter mandare il live-on-tape all’EBU è il 26 marzo. Alla registrazione della performance saranno presenti Il Supervisore Esecutivo ESC, il rappresentante di un osservatore di voto indipendente e l’emittente ospitante. Questo per poter verificare che nella fase di registrazione le emittenti televisive rispettino le regole e che l’esibizione non sia in playback.
PER L’ITALIA CI SONO NON POCHI PROBLEMI
Il blog Eurovision IN ha messo in risalto un paio di problematiche per la Rai che emergono da questa data ravvicinata: considerato che in Italia il Festival di Sanremo finirà il 6 marzo, il vincitore, assieme alla Rai, avrà pochissimo tempo per decidere se rappresentare l’Italia all’Eurovision Song Contest, adattare la durata del brano all’Eurofestival (per regolamento, il brano può durare massimo 3 minuti), preparare tutto il materiale necessario per l’esibizione e registrarla. Tutto questo in soli 20 giorni.
Il regolamento permette all’Italia di registrare l’esibizione nel palco dell’Ariston. Tuttavia l’esibizione fatta durante il Festival non è ammessa – nel video deve essere presente la base originale e non l’orchestra.
Questo dimostra come la Rai non ha ancora concepito l’importanza di un evento come l’Eurovision Song Contest e quanto l’Italia goda di una buona fama nella competizione. Non è l’unica a commettere questo errore: gli stessi artisti italiani (e le loro case discografiche) molto spesso non concepiscono l’importanza.
Tra i partecipanti che abbiamo avuto dal 2011 ad oggi, solamente Francesca Michielin e Arisa hanno partecipato con l’intenzione di andare all’Eurofestival. La prima ci è pure andata nel 2016, la seconda non ci è mai riuscita nemmeno nel 2014, quando aveva vinto Sanremo.
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