Ed Sheeran costretto a chiudere il suo pub per il Coronavirus paga i dipendenti di tasca sua, Victoria Beckham invece taglia lo stipendio al suo staff

Sta facendo discutere in Gran Bretagna un episodio che vede protagonisti il cantante Ed Sheeran da una parte e Victoria Beckham, ex Spice Girl, dall’altra. A causa dell’emergenza Coronavirus, che ha imposto da marzo la chiusura di locali e ristoranti in tutto il Regno Unito, Ed Sheeran ha deciso di continuare a pagare lo stipendio a tutto lo staff del suo pub “Bertie Blossoms” e di non avvalersi degli aiuti governativi per non pesare sulle tasche dei contribuenti. Nel Regno Unito, infatti, i proprietari dei locali possono infatti ridurre dell’80% la paga dei propri dipendenti e avere accesso ad alcune forme di sostegno da parte del Governo. Il portavoce del cantante ha però dichiarato che “l’ attività non ha chiesto e non chiederà nessun contributo governativo. Inclusi congedi, assegni, prestiti o altro”. Il cantante avrebbe inoltre donato 1 milione di sterline in beneficenza per aiutare diversi enti benefici sparsi per il Paese.

Dall’altra parte, con una visione di business diametralmente opposta a quella di Sheeran, l’ex Spice Girl Victoria Beckham, oggi affermata stilista di moda, a quanto riportano i media inglesi avrebbe ridotto dell’80% lo stipendio del suo staff, licenziando 30 dipendenti e mettendone altri 25 in cassa integrazione. La moglie di David Beckham, oggi stilista affermata, sarebbe poi andata a battere cassa dal governo per avere i sostegni economici di cui ha diritto. Una decisione certamente legittima, ma che ha scatenato le polemiche tra gli inglesi. Il suo ingente patrimonio si aggira,infatti, intorno ai 380 milioni di euro e insieme al marito David avrebbe appena comprato una villa extra lusso da 22 milioni di euro. Nessuna replica ufficiale è però arrivata dall’ex cantante. “Stiamo lavorando al meglio per poter garantire che il team di Victoria, anche in tempo di crisi, possa lavorare con serenità”, ha scritto il legale dell’imprenditrice in una nota inviata al Mirror. 

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Crediti foto: LaPresse