LGBT
Douglas Dare mette in musica i suoi turbamenti in “Milkteeth”
Il songwriter inglese Douglas Dare mette in musica tutti i suoi turbamenti in una riflessione intima di struggente sincerità.
Fare i conti con la propria vita è un processo lungo e, il più delle volte, molto doloroso. Ne sa qualcosa Douglas Dare, cantautore britannico che ha rilasciato il 21 febbraio scorso “Milkteeth“, terzo disco in studio per l’etichetta per Erased Tapes.
Un vero e proprio esame di coscienza quello svolto dal songwriter che, dopo “Whelm” (2014) e “Aforger” (2016), spoglia ancora di più il suo sound proponendo un minimalismo riflessivo che più che puntare verso l’alto tende andare in profondità, verso le radici della propria esistenza. Il pianoforte accoglie l’ascoltatore nella prima traccia con “I Am Free“, una sorta di ponte tra i precedenti album con vibrazioni positive che, però, lasciano prestissimo spazio ai ricordi d’infanzia, emersi direttamente nella rurale Dorset, località nel profondo sud del Regno Unito.
“I miei genitori sono orgogliosi di me?“, si chiede l’artista nella struggente “Silly Games“, passaggio che inonda di nostalgia l’atmosfera del disco ricordando splendidi momenti del miglior Jeff Buckley, impreziosendo il sound con l’ausilio dell’autoharp.
Ma è “The Playground” il pezzo rivelatorio, dove l’autore esprime il desiderio di ritornare nuovamente bambino fuggendo dal trambusto quotidiano, il tutto interpretato con una sincerità totale, talmente reale da mettere quasi in imbarazzo chi ascolta, per poi rapirlo totalmente. Un’esperienza da vivere.
VOTO: 8/10
AGGETTIVO: DIFFICILE
TRACKLIST:
1. I Am Free
2. Red Arrows
3. Heavenly Bodies
4. The Piano Room
5. Silly Games
6. The Joy In Sarah’s Eyes
7. The Stairwell
8. Wherever You Are
9. The Window
10. The Playground
11. Run
ARTISTA: DOUGLAS DARE
ALBUM: MILKTEETH
ANNO: 2020
ETICHETTA: ERASED TAPES
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