Concerti
Continuare a ballare. La rigenerazione collettiva di Meg [Live Report @ ICandelai, Palermo]
Dopo una giornata infernale contrassegnata dal furto (e dal successivo ritrovamento) del furgone con all’interno gli strumenti necessari per il suo “Vesuvia Tour”, Meg ha portato I Candelai di Palermo in un rito rigenerativo, cercando e trovando il contatto con il proprio pubblico. Un concentrato di urgenza espressiva e felicità.
Meg, Live Report @ICandelai, Palermo (19/05/2023). Un terribile prologo, un incantevole epilogo. Ci sono circostanze che condizionano sensibilmente la vita di un musicista. Basta un niente che puff, arriva qualcuno e decide di rubarti il furgone, portando via anche tutta l’attrezzatura presente al suo interno necessaria per poter svolgere regolarmente il tuo lavoro. Un dramma che Meg ha provato sulla sua pelle poche ore prima dell’inizio del suo concerto a I Candelai di Palermo, teatro della decima tappa del “Vesuvia Tour” (promosso da Vertigo, Kashmir e Fat Sound) andata in scena ieri, venerdì 19 maggio. Un live diverso dagli altri, in cui la partenopea ha esorcizzato tutto lo stress accumulato durante la giornata con un set dal grande effetto empatico, azzerando le distanze e ricevendo una vera e propria esplosione d’affetto da parte dei suoi ascoltatori.
Sono infatti quasi le 13:00 quando la cantautrice annuncia sui social il furto del furgone, avvenuto nella notte all’interno dello spazio dell’albergo in cui alloggiava insieme al suo entourage. Un fatto che, oltre ai tanti messaggi di solidarietà, fa scattare anche la catena virale (quella positiva). In poco tempo infatti il post supera le 1000 condivisioni soltanto su Facebook, trovando spazio anche in quelle timeline che poco o nulla c’entrano con Meg. La notizia fa scalpore e, tra il solito tran-tran di commenti del web, il pomeriggio scorre via tra mille punti interrogativi. Senza tutto il backline, come logico, il concerto non può andare materialmente in porto.
Ma mentre le autorità competenti si sono attivate per risolvere il caso, parallelamente tra gli addetti ai lavori è partita la ricerca di strumenti sostituitivi. La quadra, in qualche modo, si trova. La stessa artista tramite una stories su Instagram conferma il regolare svolgimento del live. Sarà il preludio della gioia più grande: grazie a un’indagine lampo condotta dal Comando di Polizia di San Lorenzo, il furgone viene trovato (non funzionante) nei pressi di Cardillo, rione sito a nord della città non lontano dalla zona dell’albergo. Lo spavento passa, lo strascico emozionale resta.
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Il rinvenimento del mezzo a metà pomeriggio cambia sensibilmente la tabella di marcia. Il palco viene come logico che sia allestito molto più tardi rispetto al previsto, facendo slittare anche il soundcheck. Ma il live inizia senza patemi al solito orario, in un clima di euforia generale. Ad aprire i battenti è Liede, piemontese artefice di una bella evoluzione in termini musicali che scalda il pubblico proponendo una performance molto centrata dove impreziosisce di sorgenti elettroniche un’architettura meramente cantautorale, creando un effetto congeniale e soprattutto adatto al contesto. Già dalle sue parole si capisce che no, non sarà come una serata come le altre. Francesco ringrazia infatti più volte tutti, dicendosi sollevato e onorato di poter suonare per la prima volta nel capoluogo siciliano dopo una giornata così tanto complicata.
L’ora X scatta poco prima delle 23:00. Marco Fugazza, in arte Suor Cristona, fa partire le pulsazioni e gli spettri sonori de “Principe delle mie tenebre“. Si comincia. Meg, con un cappuccio che le copre quasi tutto il viso lasciando scoperta solo la bocca, si presenta con una sorta di tunica nera da sciamano, inaugurando quello che sarà a tutti gli effetti una specie di rituale di rigenerazione collettiva.
Sì perché la scaletta – composta quasi interamente dai brani dell’ultimo album “Vesuvia” più un megamix dei passaggi più famosi del periodo 99 posse e due capolavori di “Psycodelice” -sembra essere concepita con il chiaro intento di stabilire un contatto, abbattendo anche le barriere fisiche. Qualcosa di particolarmente calzante soprattutto in un club come I Candelai, dove gli spettatori possono godere di una visuale ravvicinata con il palco. Una vicinanza che Meg sfrutta in tutti i modi possibili, cercando lei stessa in primis una connessione con il pubblico non solo fisica (la diretta interessata si mischierà insieme ai fan per ballare con loro durante il solo Drum’n’bass di Fugazza), ma anche visiva, trovando come partner in crime soprattutto una prima fila appassionata ed affiatatissima.
I primi quattro brani sono concepiti in un unico blocco. Dopo l’apertura affidata all’appena citata “Principe delle mie tenebre” la nostra si sveste dalla tunica “sciamanica” sfoggiando un abito confezionato da Tein Clothing raffigurante la bandiera di Mediterranea Saving Human, sciorinando in sequenza “Napolide“, “Ciglia” e “Aquile“. I Candelai rispondono con un boato, celebrando insieme ai due musicisti sul palco la riuscita di una serata che ad un certo punto sembrava compromessa.
Si riparte dunque con altri capitoli di “Vesuvia“. Prima “Non ti nascondere“, poi “Arco e frecce“. Il suono è poderoso e si regge tra tempeste elettroniche, effetti vocali e talvolta dal supporto iper percussivo della drum pad. Un sound essenzialmente identitario, marchiato a fuoco da un’artista di quelle veramente indipendenti, da sempre fedele soltanto alla sua vocazione e alla sua esigenza e urgenza espressiva. Ed è proprio l’urgenza il leitmotiv dello show, sintetizzata forse dal pezzo più rappresentativo della setlist, ovvero “Scusa se sono felice“, un invito a ballare a più non posso ed ubriacarsi di felicità anche se tutto va intorno va a rotoli e a farlo ancora più forte proprio oggi, anche se indeboliti e sfiniti da una pandemia che ci ha reso più insicuri e sfiniti da un Governo che, citando l’artista, “calpesta ogni giorno i nostri diritti fondamentali“. La coda, con il pubblico che in controcanto copre la voce della cantante, sarà uno di quei momenti che resteranno più a lungo. La sensazione è infatti che la stessa musicista, provata dalle infernali ore precedenti, si sia lasciata più di altre volte trasportare completamente dal vento dell’emozione, vivendo la performance in modo quasi ancestrale.
“Solare“, altro episodio dell’ultima fatica discografica, anticipa una divertente e sontuosa parentesi 99, dove Meg passa in rassegna frammenti di “Sfumature“, di “Quello che“, dell’inaspettata (nonché graditissima) “Sub” oltre che di “Corto circuito“. Si ritorna quindi ancora sui promontori vesuviani con “She’s calling me” prima di approdare sul conturbate riff di arpa che apre “È troppo facile“, sfumando poi nelle vibrazioni di “Fortefragile“, altro passaggio che rimarca il senso dell’intera serata, e sull’irresistibile atmosfera di “Distante“, contrassegnato da un duetto con il pubblico nella seconda strofa.
I ringraziamenti sono tutti nell’encore, in senso lato. Meg prima di salutare ha espresso infatti tutta la sua gratitudine alle forze dell’ordine (“Salvata dalle guardie, chi lo avrebbe mai detto, è la legge del contrappasso”, ha scherzato la cantante), agli organizzatori, al suo staff, agli amici e soprattutto al suo pubblico, dedicandogli una “Grazie” sentita al 100% e non risparmiando anche gli occhi lucidi nel finale. La rigenerazione è terminata. In attesa della prossima festa.
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Crediti Foto: Fabrizio Testa/OAPlus