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Clock Around the Rock: #5 – 1958-1960, quando il Rock and Roll si spense

Tra il 1958 e il 1960 alcuni tragici avvenimenti provocano una importante battuta di arresto al Rock and Roll, che inizia così il suo declino

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Clock Around the Rock: #5 - 1958-1960, quando il Rock and Roll si spense
Buddy Holly Crediti Foto Screenshot YouTube

Nello scorso episodio si è accennato a come l’età aurea del Rock and Roll sia stata tanto dirompente quanto in realtà breve. Già intorno al 1959 si esaurisce infatti, almeno negli Stati Uniti, quella forte spinta innovativa portata avanti dai musicisti e cantanti definiti fino ad ora “rockers“. Ma quali sono i motivi che risiedono dietro a questo esaurimento creativo?

1958: Elvis parte

Elvis Presley, re del Rockabilly e figura cardine del Rock and Roll, è costretto a lasciare forzatamente la scena musicale durante il 1958 a soli 23 anni per gli impegni militari. La leva obbligatoria non consentirà a Elvis di tornare che nel corso del 1960, quando però l’interesse del pubblico per la sua figura sarà ormai in parte scemata e una nuova generazione di artisti è pronta ad esplodere.

Chuck Berry in galera

Nel dicembre del 1959, Chuck Berry, altro pilastro del genere, è arrestato per la seconda volta in pochi anni. Ritenuto colpevole di aver avuto rapporti sessuali con una ragazzina di quattordici anni, è condannato inizialmente a 5 anni di galera (che in seguito vengono ridotti a tre). Il chitarrista uscirà di prigione nel 1963 e proverà a tornare in auge ma senza riuscirci completamente perché, nel frattempo, il mondo della musica è drasticamente cambiato e Chuck sembra rimasto cristallizzato al 1959. L’influenza musicale di Berry in quasi tutti i gruppi musicali degli anni 60 sarà però fondamentale.

Jerry Lee Lewis nel dimenticatoio

Anche per Jerry Lee Lewis il periodo tra il 1958 e il 1961 non è foriero di successi e fortune. Durante il suo tour in Inghilterra del 1958, la contorta vita privata del pianista esce di colpo allo scoperto generando un enorme scandalo presso l’opinione pubblica. La stampa e la società americana, perciò, si accaniscono su Lewis (colpevole di incesto) relegandolo ai margini della vita e della scena musicale per diversi anni. Soltanto con il passare degli anni 60′ Lewis riuscirà a mettere il proprio passato alle spalle per tornare sui palchi e in studio di registrazione.

Il 3 febbraio 1959: quando morì la musica

All’una di notte del 3 febbraio del 1959, un piccolo aereo si schianta fuori da una cittadina dell’Iowa chiamata Mason City. Nell’impatto muoiono il pilota e i tre passeggeri: Buddy Holly, Ritchie Valens e Jiles Perry Richardson, tre tra i personaggi più in voga nella scena musicale di quel periodo: tre stelle nascenti. L’unico dei tre che non si è già trattato in questa rubrica è l’ultimo: Jiles Perry Richardson, noto con il nome di The Big Bopper e al successo nel 1958 con il brano Chantilly Lace.

Il Winter Dance Party

In quei giorni d’inverno i tre erano impegnati assieme a molti altri musicisti nel Winter Dance Party, un tour invernale che coinvolgeva numerose città degli Stati Uniti dal 23 gennaio al 15 febbraio. Il tour però presentava importanti problemi logistici dettati dalla grande distanza delle sedi dei concerti. Gli autobus incaricati di trasportare gli artisti da una città all’altra erano spesso guasti col risultato di essere estremamente gelidi all’interno. Per questo motivo Buddy Holly decide di affittare un piccolo aereo a elica con lo scopo di sottrarre al freddo del viaggio in pullman se stesso e altri due musicisti suoi amici.

Il 3 febbraio

Al termine del concerto tenuto a Clear Lake il 2 febbraio (che non era nemmeno in programma bensì fu aggiunto all’ultimo per coprire una data rimasta scoperta) si decide però di far salire sul piccolo aereo The Big Bopper (con l’influenza) e Ritchie Valens (che si aggiudica il posto vincendo testa o croce) al posto dei due indicati da Holly. La triste lista passeggeri è così completata. L’aereo, investito da una tormenta di neve, perde quota immediatamente dopo il decollo e si schianta su un campo di grano uccidendo sul colpo tutti gli occupanti dell’aereo.

“The day the music die”

L’avvenimento segnò anche metaforicamente la fine di quella fase del rock and roll. Nel 1970, Don Mc Lean compose il brano American Pie, che recita:

Non ricordo se ho pianto
quando ho letto della sua sposa rimasta vedova,
ma qualcosa mi ha toccato nel profondo
il giorno in cui è morta la musica

Eddie Cochran: un tragico bis

Appena un anno dopo la morte di Holly, Valens e The Big Bopper, anche Eddie Cochran perde la vita prematuramente a soli 22 anni, come Buddy Holly. Il cantante di Summertime Blues muore in Inghilterra il 17 aprile del 1960, a seguito dello schianto dell’auto dove viaggiava assieme a Gene Vincent (altro rocker di successo) che però uscì vivo dall’incidente. A guidare la vettura era George Martin, futuro produttore dei Beatles. Eddie Cochran aveva tra l’altro dedicato una struggente ballata ai suoi tre amici scomparsi il 3 febbraio 1959: Three Stars.

Il testo di Three Stars

Look up in the sky, up towards the north
There are three new stars, brightly shining forth
They’re shining oh-so bright from heaven above
Gee, we’re gonna miss you, everybody sends their love
Ritchie, you were just starting to realise your dreams
Everyone calls me a kid, but you were only seventeen
Now Almighty God has called you, from oh-so far away
Maybe it’s to save some boy or girl
Who might have gone astray
And with your star shining through the dark and lonely night
To light the path and show the way, the way that’s right
Gee, we’re gonna miss you, everybody sends their love
Buddy, I can still see you, with that shy grin on your face
Seems like your hair was always a little messed up
And kinda outa place
Now, not many people actually knew you or
Understood how you felt
But just a song from, just a song from you
Could make the coldest heart melt
Well you’re singing for God now, in his chorus in the sky
Buddy Holly, I’ll always remember you with tears in my eyes
Gee, we’re gonna miss you, everybody sends their love
I see a stout man, the Big Bopper’s your name
God called you to heaven, maybe for new fortune and fame
Keep wearing that big Stetson hat and ramble up to the mike
And don’t forget those wonderful words, you know what I like

 

 

 

 

 

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