Attualità
Audiocoop e la crisi delle piccole realta’ musicali italiane minacciate da Spotify e Believe
La crisi delle piccole realtà musicali italiane è in atto, con Spotify e Believe che minacciano la sopravvivenza di migliaia di artisti e etichette indipendenti. L’appello di AudioCoop per un intervento governativo urgente è un grido d’allarme affinché si tuteli il patrimonio culturale italiano e si eviti la scomparsa di una filiera creativa musicale innovativa. La speranza è che le autorità rispondano prontamente prima che le azioni dannose abbiano un impatto irreversibile sul settore musicale italiano
La scorsa settimana, l’assemblea straordinaria di AudioCoop, rappresentante di 272 associati nel settore musicale, ha lanciato un grido d’allarme nei confronti di Spotify e Believe. Le azioni preannunciate da queste due piattaforme di streaming mettono a rischio migliaia di piccole realtà musicali italiane. In particolare, Spotify ha annunciato una politica che non pagherà nulla sotto i mille stream, causando un danno significativo a gran parte delle 100 milioni di tracce presenti sulla piattaforma. Dall’altro lato, Believe ha inviato migliaia di mail minatorie, minacciando di cancellare intere discografie di piccole etichette indipendenti a causa di presunti ascolti artificiali.
Spotify: una politica draconiana sulle royalties
Spotify, uno dei principali attori nel panorama dello streaming, ha sorpreso la comunità musicale con un annuncio che avrà ripercussioni devastanti per le piccole realtà musicali italiane. A partire da gennaio, la piattaforma non pagherà nulla sotto i mille stream, privando così il 75% delle tracce presenti di un guadagno legittimo. Questo “furto” ai danni degli artisti è stato definito un colpo mortale per le piccole realtà musicali che dipendono da tali entrate per sopravvivere.
Believe: email minatorie e cancellazioni arbitrarie
Believe, azienda leader nella distribuzione digitale, ha inviato mail identiche a migliaia di piccole realtà musicali, minacciando la cancellazione delle loro discografie a causa di presunti ascolti artificiali. Questa azione arbitraria mette a repentaglio la sopravvivenza di molte etichette indipendenti, che si trovano ora di fronte a una scadenza di 60 giorni per risolvere la situazione prima della cancellazione completa delle loro registrazioni e video musicali dalle piattaforme.
La risposta di AudioCoop e la richiesta di intervento governativo
L’assemblea di AudioCoop ha reagito immediatamente, definendo queste azioni come attacchi illegittimi e gravissimi verso le piccole realtà musicali italiane. In risposta, hanno contattato altre associazioni del settore per agire insieme e chiedere un intervento urgente al Governo. La richiesta è di convocare i responsabili di Spotify e Believe a un tavolo di confronto al Ministero della Cultura, e possibilmente anche al Ministero del Made in Italy. Inoltre, si segnaleranno questi comportamenti all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AgCom) per valutare l’opportunità di un intervento immediato per fermare queste azioni dannose per il futuro della musica italiana.