Musica
Accadde oggi: il 18 ottobre 1926 nasceva Chuck Berry
Il 18 ottobre del 1926 nasce un musicista destinato a rivoluzionare la musica, attraverso il Rock n Roll: Chuck Berry
Nasce a Saint Louis Chuck Berry
Una delle leggende del Rock ‘n’ Roll, o, meglio, uno dei padri fondatori: Chuck Berry nasce nel 1926 in Missouri, a Saint Louis ed inizia ad accostarsi alla musica già in tenera età, parallelamente alle sue prime esperienze con la giustizia a causa della sua cleptomania patologica. In uno dei riformatori dove viene rinchiuso a seguito di una rapina forma quella che potremmo definire la sua prima band, un quartetto vocale che si esibisce a volte anche fuori dal riformatorio. Dopo essere scagionato nel 1947, nei primi anni ’50 inizia la sua carriera musicale vera e propria suonando (come secondo lavoro) in locali di Saint Louis musica blues e country.
Gli esordi e il successo di Maybellene
Suonando musica blues davanti ai bianchi e la musica country ai neri, Chuck Berry crea attorno a se molto interesse e curiosità. Nel 1955 si trasferisce a Chicago dove si mette in contatto con la Chess Records, alla quale propone il suo repertorio, credendo fortemente che sia il blues la sua via. Invece è proprio un riadattamento di un classico country, chiamato Ida Red, che Chuck Berry intitola nuovamente Maybellene ad attirare il produttore. Nel giugno del 1955 è così pubblicata Maybellene, che ottiene un immediato successo, vendendo quasi un milione di copie. L’età del Rock ‘n’ Roll è finalmente matura e Chuck Berry ne è uno dei protagonisti.
Gli anni d’oro: 1956-1959
Maybellene lancia Chuck Berry in un vortice di produzione di singoli dall’elevato impatto sul pubblico. Fino al 1959, Berry pubblica più di un successo all’anno. Nel 1956 escono Roll Over Beethoven e You Can’t Catch Me, nel 1957 Rock’ n’ Roll Music, nel 1958 la celeberrima Johnny Be Good e Sweet Little Sixteen e nel 1959 Back In The Usa. Tutti brani destinati ad essere nei repertori di un vasto numero di band nei primi anni 60′ e non solo.
Il nuovo arresto
Alla fine del 1959 Chuck Berry è arrestato con l’accusa di aver avuto rapporti sessuali con una minorenne ed è così costretto ad interrompere la sua carriera nel bel mezzo del suo apice. Inizialmente condannato a 5 anni vede poi una riduzione della pena a 3, consentendogli così di tornare in libertà nel 1963. Ma dal 1959 le cose sono cambiate, la musica è diversa (quattro ragazzi di Liverpool, i Beatles, hanno appena pubblicato il loro primo disco) e Berry non può che portare in giro per il mondo i suoi pezzi divenuti ormai dei classici, ma senza comporne altri di successo.
L’eredità: Beatles, Beach Boys e molti altri
Nel periodo del suo arresto il mondo scopre Chuck Berry e il suo verbo, portato per mezzo degli assoli frenetici della sua chitarra elettrica. Sono pressocché infiniti i gruppi che hanno inserito nel loro repertorio i brani di Chuck Berry, ma ce ne sono un paio che vale la pena che siano ricordati. Roll Over Beethoven ad esempio è subito un brano fisso nel repertorio dei primi Beatles a partire dal loro tour ad Amburgo del 1960 fino ad essere inserito nel loro secondo disco With The Beatles. Nel 1963 invece, nella West Coast, sono i Beach Boys a suonare nei loro live una riscrittura del brano di Berry Sweet Little Sixteen, chiamata dalla band californiana Surfin’ Usa. Infine, Johnny Be Good: chi non conosce il suo irresistibile riff iniziale?
Ritorno al Futuro
Johnny Be Good, oltre ad essere suonata da una lista lunghissima di artisti e band entra definitivamente nell’immaginario comune grazie ad una delle scene più cult del cinema in Ritorno al Futuro, il film di Robert Zemeckis del 1985. Lì il protagonista, Marty Mc Fly, ruba una chitarra Gibson 335 rossa proprio come quella di Barry e propone ad un pubblico sconcertato (non ancora pronto per il Rock ‘n’ roll) il celebre pezzo. Nel film, tra l’altro, attraverso una simpatica intuizione di fantasia viene mostrato come Chuck Berry avrebbe avuto l’idea del brano: sentendolo per telefono mentre viene suonato da Mc Fly sul palco.
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