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Cinema

Roy Halston, un documentario e una serie tv per l’iconico stilista scomparso nel 1990

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Il 2021 si presenta come un anno pieno di omaggi per lo stilista Roy Halston Frowick, conosciuto ai più come Roy Halston, Icona della moda luxury negli anni ’70, nel corso della sua carriera ha vestito molte celebrità dei tempi. Tra esse ricordiamo Liz Taylor, Bianca Jagger, Ali MacGraw, Liza Minnelli, Raquel Welch, Jackie Onassis e Dolly Parton – che lo stilista le definiva le sue “Halstonettes” -. Fu anche amico intimo di Andy Warhol. Morì nel 1990 al termine della sua relazione con Victor Hugo, artista venezuelano.

Di fatto, in questi giorni il Fashion Film Festival di Milano ha presentato il documentario sull’iconico stilista “Halston”, realizzato nel 2019 e che vede la regia di Frédéric Tcheng. Il documentario, che si basa sulla biografia stesa dalla nipote Lesley Frowick, celebra l’ascesa e la caduta di Roy Halston Frowick, diventato famoso in una notte grazie a Jacqueline Kennedy, che indossò il celebre cappellino pillbox azzurro pastello all’inaugurazione presidenziale del marito nel 1961.

Il docufilm raccoglie foto, video e testimonianze di figure vicine allo stilista, mentre la narrazione è affidata alla blogger Tavi Gevinson. Per il registra francese non si tratta del primo documentario sul mondo della moda: Tcheng aveva già dato prova della suo incredibile talento nel trattare il tema nel documentario Dior and I, Valentino: The Last Emperor e Diana Vreeland: The Eye Has to Travel

L’ASCESA E IL CROLLO DELLO STILISTA

Partito dal Midwest arrivando a vestire Jackie Kennedy, negli anni ’70, Halston divenne un’icona della moda statunitense e il re della vita notturna newyorchese. La sua firma di lusso girò ovunque, ogni donna statunitense del jet-set indossava i suoi capi. Le clienti più ricche bussavano spesso alle porte della sua maison inaugurata nel 1968. Moltissime celebrità, tra cui le Halsonettes sopra citate, divennero amiche intimi dello stilista.

Ma gli eccessi arrivano, tra le folli serate allo Studio 54 e i festini a base di uomini e droghe. Eccessi che hanno fatto crollare il suo impero, perdendo così gloria, fortuna e fama. La cessione del marchio alla Northon Simon Inc. ha segnato per sempre il suo destino. Il suo marchio era ovunque, tra le diviste degli atleti statunitensi alle Olimpiadi nel ’76 a quelle della Braniff International Airlines, fino ad arrivare alle divise da girl scout. “Troppa carne alla brace”, commentò così la modella e l’amica Elsa Peretti, ai tempi designer di Tiffany.

Halston è costretto ad abbandonare il suo lussurioso appartamento di Manhattan e esiliarsi fino alla morte, avvenuta nel 1990 per complicazioni dovute al virus dell’HIV.

L’OMAGGIO DI RYAN MURPHY IN UNA MINISERIE

Oltre a Tcheng, anche il regista Ryan Murphy ha deciso di omaggiare lo stilista con una miniserie, che verrà presentata nei prossimi mesi del 2021 su Netflix. Una serie progettata da oltre 20 anni, ma che ha visto la luce solamente grazie al regista di American Horror Story.

Il motivo di tanto “ritardo”, suppone il regista, sta nel fatto che ci fosse un personaggio gay e la cosa qualche anno fa non sarebbe andata giù alle case di produzione. Fortunatamente il progetto è stato presentato a Ryan Murphy, che ha subito ottenuto il via libera dalla casa di produzione.

Evan McGregor sarà colui che rivestirà i panni di Halston. “È un ruolo molto difficile, ha passato diverso tempo a lavorarci, sulla voce, sull’aspetto, su tutto. Voglio dire, è un attore incredibilmente disciplinato a cui piace fare molte ricerche” ha dichiarato Murphy in merito alla preparazione dell’attore per un ruolo così importante.

È molto esplicita. Si addentra molto nel mondo della moda, ma contempla anche le battaglie, ciò che serve per avere successo e ciò che devi perdere per arrivarci. Ed è anche una storia ammonitrice sulla fama, la droga e il sesso“ ha commentato così sempre Ryan Murphy in merito alla serie tv.

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