Attualità
Chiara Ferragni e la crisi del suo impero oltre l’affaire Balocco
Lo scandalo dei pandoro non ha distrutto la Ferragni, ha distrutto il mito della Ferragni come la Re Mida delle influencer, mito costruito ad arte dall’imprenditrice per coprire una serie di attività imprenditoriali che alternavano indubbi successi a flop sapientemente coperti dal proprio ufficio marketing. La regina non è morta, le è semplicemente caduta la maschera
Dopo un paio di settimane dall’ormai famigerato video di scuse, Chiara Ferragni torna timidamente a riaffacciarsi su Instagram. Un tempo di “ripensamento” secondo alcuni troppo breve, secondo altri troppo lungo, dato che l’influencer-imprenditrice avrebbe commesso “un semplice errore di comunicazione”.
La fanbase infuriata per i problemi logistici di Chiara Ferragni brand
Per capire il perché del suo silenzio, e le problematiche che apre sul futuro delle sue aziende, è necessario però fare un’analisi più attenta dell’impero Ferragni e delle sue criticità: infatti, l’affaire Balocco, non è l’unico problema che affligge l’iconica influencer. Circa un mese prima dello scoppio dello scandalo dei pandori, la Ferragni aveva subito numerosissime critiche dalla sua fanbase per la mancata consegna dei prodotti del proprio brand ordinati tramite il suo store ufficiale. Nonostante il problema si fosse manifestato con i saldi del “black Friday”, ancora oggi alcune clienti lamentano la mancata consegna dei prodotti già pagati ed il silenzio del servizio clienti della Ferragni sulla questione… segno che a fronte di un’incontestabile capacità di marketing, l’organizzazione logistica delle sue aziende è quanto meno poco professionale.
I cachet esosi non tarati sul reale aumento di vendite
Oltre a questo, la documentazione resa pubblica dall’Antitrust, dimostra come, a fronte di cachet sempre più esosi, l’influencer non garantisca alle aziende che si avvalgono della sua collaborazione un ritorno economico commisurato: non solo la Balocco ma anche la Dolci Preziosi infatti hanno reso noto come il cachet esorbitante della Ferragni abbia praticamente azzerato il ritorno economico che si attendevano dalla pubblicità generata dal nome Ferragni, tanto da non voler rinnovare la collaborazione (e questo appunto prima dello scandalo dei pandori). Questo dimostra come “il tocco di Re Mida” dell’influencer di Cremona sia a sua volta una creazione marketing della Ferragni stessa, e non una realtà basata su solidi dati oggettivi.
I negozi fisici del marchio Chiara Ferragni Brand mai decollati
Allo stesso modo, i negozi fisici che vendono i prodotti Chiara Ferragni Brand, erano in crisi ben prima dello scandalo Balocco: il brand ormai decennale non ha mai veramente sfondato, e gli scarsi introiti dei negozi di Roma e Milano erano oggetto di articoli specialistici su riviste di marketing da diverso tempo, mentre i media tradizionali non solo ignoravano la questione, ma, al contrario, continuavano ad alimentare il mito della Ferragni che tramuta in oro tutto ciò che tocca.
Il probabile ribasso dei cachet da parte dei brand più prestigiosi
La domanda che sorge quindi è: l’impero Ferragni era basato sul nulla e ce ne siamo accorti solo adesso? La risposta è ovviamente no, ma con delle precisazioni di non poco conto. I prodotti sponsorizzati dalla Ferragni che vendono bene sono quelli legati alla cartoleria, al Prêt-à-porter di lusso, agli accessori griffati, prodotti realizzati da brand blasonati come Louis Vitton e Dior, che anche senza la partnership con la Ferragni venderebbero sicuramente di meno, ma -si comincia a pensare- non molto di meno anche se rinunciassero a lei. Il problema attuale della Ferragni è quindi il molto probabile ridimensionamento dei cachet da parte dei brand che da sempre hanno collaborato con lei, che sfrutteranno il calo di fama dell’influencer per rinegoziare al ribasso i compensi con la minaccia di interrompere la collaborazione se lei rifiutasse.
L’affaire Balocco ha distrutto il mito della Ferragni
In estrema sintesi, l’affaire Balocco, non ha distrutto la Ferragni, ha distrutto il mito della Ferragni come la Re Mida delle influencer, mito costruito ad arte dall’imprenditrice stessa per coprire una serie di attività imprenditoriali che alternavano indubbi successi a flop sapientemente coperti dal proprio ufficio marketing. La regina quindi non è morta, le è semplicemente caduta la maschera.