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Un tocco di Roma nel cuore di Bologna: la gelateria del nipote di Sora Lella, conquista con Maritozzi e gelato romanesco

Un connubio di dolcezze: maritozzi e gelato romanesco sbarcano a Bologna con il nipote di Sora Lella

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Crediti foto Shutterstock

Renato Trabalza, nipote della celeberrima Sora Lella, attrice romana, nonché cuoca d’eccezione, alletta i palati dei bolognesi e dei suoi turisti, con specialità direttamente dalla capitale. Dopo alcuni lavori di ristrutturazione, la Cremeria San Francesco assume una nuova faccia e lui dopo aver gestito una trattoria ed una gelateria nella capitale, si è ora specializzato in gelati che promette essere, “molto consistenti e ricchi“.

Renato lavora fianco a fianco con l’attuale sua compagna e proprietaria della Cremeria San Francesco, Barbara Poggi e porta un po’ di romanità con l’introduzione dei ‘Maritozzi’, tipici panini dolci romani, farciti con panna montata o gelato. Si tratta di dolci che risalgono al periodo medievale. Il nome ‘Maritozzo’ deriva probabilmente dal termine ‘marito’, poiché originariamente questi dolci venivano preparati per festeggiare il matrimonio di una coppia.

Cosa offre la nuova ‘Cremeria San Francesco, il gelato di Barbara e Renato‘ di nuovo? Un connubio esplosivo tra Bologna e Roma: lo zabaione creato con Marsala e Zibibbo, la zuppa inglese e il croccantino, la StracciaLella, tutta da masticare con i suoi mega pezzi di cioccolato fondente, ma anche la famosa crema bolognese, carica di tuorli e un pizzico di scorza di limone. Felici anche i vegani, che qui possono gustare una bella varietà gusti vegani e senza latte animale.

E i prezzi? presto detto, il cono o la coppetta più piccola 3€, quello medio a 4€, mentre il prezzo del gelato al kilo è di 26€. Insomma, qualità alta, prezzi contenuti, cosa chiedere di più? La Cremeria San Francesco, il gelato di Barbara e Renato, si trova a Bologna, in Piazza S. Francesco, 1b.

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Crediti foto Shutterstock

1 Commento

1 Commento

  1. Iaquinta Sergio

    17 Luglio 2023 a 13:00

    Prezzi contenuti mi sembra un eufemismo, se pensiamo ghe oltre 3 milioni di italiani lavorano con meno di 4 /5 euro l’ora

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