Food
Coronavirus, col delivery food è il ristorante ad arrivare a casa vostra. E un italiano su tre utilizza già il servizio
Pizza ma anche sontuosi primi e secondi piatti, o addirittura ostriche a domicilio.
Il mondo del food delivery, del cibo che arriva direttamente dai ristoranti a casa nostra, è ormai in crescita esponenziale da tempo. Ne è una formidabile cartina di tornasole il fatto che anche i grandi marchi del fast food, uno su tutti Mc Donald’s, abbiano deciso di affidarsi anche a questa formula di commercio per portare i propri panini e piatti dalla loro cucina alla tavola dei clienti più affezionati.
Con l’emergenza Coronavirus quella che prima era soltanto una possibilità, o uno dei canali nuovi di commercio, per i ristoratori è diventata e sarà, almeno per le prossime settimane, l’unica fonte di guadagno.
Il delivery food più conosciuto e ‘frequentato’ è senza dubbio Just Eat, che opera in tutta Italia ‘appoggiandosi’ a migliaia di ristoranti e pizzerie aderenti, così come i concorrenti Glovo, Deliveroo, Foodora e Uber Eats, solo per citare i più conosciuti.
Accanto a queste realtà, poi, ne sono nate di più piccole, spesso locali, che operano puntando sulla qualità, offrendo per esempio solo cibo a chilometro zero o, è il caso di “I Love Ostrica”, porta direttamente a domicilio le succulente ostriche o pescato di alta qualità.
L’iscrizione alle varie app è semplicissima, e l’unica accortezza da avere è accertarsi che ci sia il servizio di food delivery sia attivo nella propria città. Semplice l’iscrizione come semplice il pagamento che può avvenire in diversi modi, a seconda del servizio, tra i quali ci sono le carte di credito o prepagate.
I numeri del food delivery negli ultimi anni mostrano una crescita straordinaria. Più di un italiano su tre, durante il 2019, ha ordinato cibo take away. Un mercato, insomma, al quale si rivolgono 18,9 milioni di italiani con regolarità (3,8 milioni) o occasionalmente (15,1 milioni). Secondo uno studio di Coldiretti in cima alle motivazioni di questa esplosione di prenotazioni ‘from home’ c’è il fatto di essere stanchi e non avere voglia di cucinare (57,3 per cento), ma c’è anche un 34,1 per cento che indica di farvi ricorso in caso di cene con amici e parenti per stupire i commensali con piatti di qualità.
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Foto: Foto Claudio Furlan – LaPresse