Food
Accademia Italiana della Cucina, l’immagine regionale della cucina italiana che tutti dovrebbero assaporare
Conviviale del 20 luglio a ‘La Vecchia Locanda’, quando la cucina tradizionale si sposa con la fantasia
“Per avere successo in cucina bisogna lottare“, ci insegna il famoso cuoco stellato Antonino Cannavacciuolo e l’Accademia Italiana della Cucina questo lo sa bene, dato che sceglie per le sue conviviali sempre posti che curano sia l’aspetto dell’accoglienza, che quello della buona cucina legata al territorio.
E così, ieri sera ci siamo trovati ad Ozzano dell’Emilia, comune nuovo per la Delegazione di Castel San pietro e Medicina. Ad ospitarci ‘La Vecchia Locanda‘, piccolo ed intimo ristorante, dove il personale molto efficiente ‘si fa in quattro’ per servire velocemente e bene i clienti. Bella presentazione dei piatti, cibo buono e tipico della Regione. Locale e cucina molto apprezzati e positivamente descritti sui maggiori siti di recensioni.
Come antipasto è stato servito uno ‘spiedino saporito, ai sapori di Bologna su lettino di misticanza‘. Nella cultura popolare la città di Bologna è conosciuta anche come ‘Bologna la grassa‘, per le sue tradizionali pietanze molto gustose.
Come primo piatto, ‘Chicche di patata viola di Castel San Pietro con pancetta, pomodorini e rucola‘. Ecco come unire il buon sapore alla cucina ‘salva salute‘, perché proprio così sono soprannominate le patate viola, poiché particolarmente ricche di antociani, sostanze dal potere antiossidante che ci proteggono dal rischio di cancro, ictus e malattie cardiache.
Ma non è l’unico primo piatto servito nella Conviviale, difatti i cuochi si sono cimentati anche in un ‘Gramignone all’uovo con salsiccia nostrana e funghi porcini trifolati in olio extra vergine d’oliva‘. Come si può non sottolineare che Bologna (e dintorni) è il regno della pasta fresca, grazie all’antica tradizione delle sfogline (donne specializzate alla preparazione di una sfoglia sottilissima e ricca di uova). E il condimento? Chi più ne ha, più ne metta, sennò non le varrebbe il nome di ‘Bologna la grassa’, in particolar modo è famoso il ragù alla bolognese, che va ‘fatto andare’ sul fuoco per almeno due ore (le nonne forse direbbero tre o quattro). Questa volta ‘La Vecchia Locanda’ ha voluto sorprenderci con un condimento di salsiccia e funghi e devo dire che prima di essere ospitata dalla Delegazione, avevo letto alcune recensioni e avevo notato che i clienti mettevano quasi al primo posto di questo ristorante i funghi, sempre freschi e sapientemente cucinati.
Il Delegato Andrea Stanzani, quando ha salutato gli accademici ed i loro ospiti, ha fatto presente che a maggio vi è stato il consueto rinnovo, decorsi i tre anni, del Presidente dell’Accademia e con piacere ha annunciato che è stato riconfermato Paolo Petroni e a cascata i vari Delegati d’Italia e del mondo. Ne consegue che anche Stanzani e la consulta sono stati riconfermati. Per questo, nei saluti iniziali ha menzionato il Vice Delegato e Tesoriere Angelo Carella, il segretario Stefano Zanetti e come consultori Sergio Dalla Rovere, Monesi Marco, Parmeggiani Paolo e l’Accademica Onoraria Lia Collina.
Tornando al menù della serata, come secondo piatto è stato servito ‘Roastbeef con ristretto al balsamico di Modena e Pecorino di fossa‘. La cucina è cultura, la cucina è lo specchio di una società, le tradizioni del territorio non vanno tradite ma possono essere rivisitate, tutto sta nella fantasia del cuoco e nelle buone materie prime. Per questo ci fa piacere sapere che in questo ristorante la pasta è tirata con il mattarello, i dolci sono fatti ‘in casa’, le carni sono tenere ed i condimenti sono scelti con cura e dedizione. Sul sito di Ozzano Turismo del Comune di Ozzano dell’Emilia, si legge che “la prima notizia con relativo disegno dell’Olmatello, risale al 1578 e rappresenta il nucleo più antico posto sulla via Emilia. Il ristorante si trova proprio nell’edificio più caratteristico del borgo, addossato alla torre circolare recentemente restaurata, che ne è l’elemento maggiormente riconoscibile. Questi antichi luoghi hanno ispirato nei proprietari il rispetto della cucina tradizionale genuina, accompagnata però da piatti raffinati e moderni che spaziano dal tartufo all’aceto balsamico“.
La cena è stata bagnata o come si suol dire accompagnata, da vini a scelta tra le cantine Cesari, Lungarotti e Cà Ernesto e come dolce, a deliziare il palato dei commensali, è stata servita una ‘Crema con salsa di mirtilli caldi sfumati al vino rosso‘ . Come già detto, i dolci de ‘La Vecchia Locanda’, sono fatti ‘in casa’ e questo aggiunge una nota positiva a quanto già ammirato del servizio: gli impiattamenti e le materie prime, sapientemente elaborate. Per concludere mi fregerei di una frase del famoso chef stellato Carlo Cracco, “La cucina è istinto. Ma non del tutto. Si parte sempre da una sensazione, da un ingrediente che ti ha colpito. Ma poi si sperimenta. L’obiettivo è valorizzare qualcosa che ti piace o piace a chi è seduto a tavola.”
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Crediti foto: Laura Ambrosi/OA Plus