Cinema
Rubrica, PUNTI LUCE Di Chiara Sani. FRANKENSTEIN JUNIOR TUTTA LA VITA!
Di Chiara Sani
Punto Luce è una sana RISATA!
E’ proprio vero che chiusa una porta si apre un portone! Questo è il caso dell’attore GENE WILDER, che dopo una lunga serie di fiaschi ai box office e una carriera che faticava a decollare, riuscì a sfondare nel 1972 con il film di Woody Allen ‘Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso’. In quel periodo la sua mente era continuamente solleticata dall’idea di scrivere un soggetto sul nipote del dr. Frankenstein.
Wilder in passato aveva già scritto sceneggiature che, a suo dire, non erano però un granchè. Mentre era intento a scrivere il copione, il suo agente lo contattò per suggerirgli di fare un film con due suoi nuovi clienti, PETER BOYLE (che sarebbe poi diventato la creatura di Frankenstein) e MARTY FELDMAN (che sarebbe diventato Igor), ma lui non aveva in testa che questo suo embrione di progetto… ed è di questo che parlò con i suoi nuovi colleghi. Il consiglio che gli diedero fu di parlarne con il regista Mel Brooks. Peccato che Wilder ci aveva già provato qualche tempo prima, però senza successo.
Così ci riprovò durante le riprese del nuovo film che gli era stato proposto, proprio diretto da Mel Brooks, ‘Mezzogiorno e mezzo di fuoco’. In un’intervista del 2010 al LOS ANGELES TIMES, Mel Brooks raccontò come nacque il tutto: “Ero nel mezzo delle ultime settimane di riprese per ‘Mezzogiorno e mezzo di fuoco’ da qualche parte nella Antelope Valley e Gene Wilder ed io ci stavamo facendo una tazza di caffè, quando lui mi disse che poteva esserci un altro Frankenstein. Io dissi: ‘Non un altro ancora! Abbiamo avuto il figlio di, il cugino di, il cognato di. Non abbiamo bisogno di un altro Frankenstein!’ La sua idea era semplice: Cosa sarebbe successo se il nipote del dottor Frankenstein non avesse voluto aver niente a che fare con il suo illustre antenato. Anzi, provasse vergogna di questa parentela. Dissi: Questo sì che sarebbe divertente!”
Gene Wilder firmò la sceneggiatura insieme a Mel Brooks, che diresse la pellicola.
Il film venne accolto da pubblico e critica e fu campione di incassi nel 1975. Interamente girato in bianco e nero, Frankenstein Junior si rifà al romanzo di Mary Shelley e soprattutto al celebre film del 1931 Frankenstein di James Whale. Addirittura Mel Brooks utilizzò oggetti di scena del film di Whale ricollocandoli nelle stesse posizioni e negli identici studi di ripresa.
Un lavoro minuzioso, stilisticamente perfetto per ricreare le atmosfere degli anni ’30, in un contesto comicamente esilarante, interpretato da caratteristi eccezionali come appunto Boyle e Feldman inseriti da Gene Wilder, ma da non dimenticare le straordinarie interpreti femminili Teri Garr (Inga, l’assistente del dott. Frankenstein), che abbiamo visto anche in ‘Incontri ravvicinati del terzo tipo’ di Steven Spielberg, l’attrice Cloris Leachman (Frau Blucher) e un cameo di Gene Hackman (l’eremita cieco).
Il film ottenne due nomination agli Oscar: per la sceneggiatura non originale (Mel Brooks, gene Wilder) e per il miglior sonoro. Ottenne inoltre le candidature ai Golden Globes come migliore attrice a Cloris Leachman e come migliore attrice non protagonista a Madeline Kahn.
Nel 2003, il film è stato ritenuto culturalmente, storicamente ed esteticamente rilevante dalla NATIONAL FILM PRESERVATION BOARD e scelto per la conservazione presso la BIBLIOTECA DEL CONGRESSO DEGLI STATI UNITI D’AMERICA.
Mel Brooks dichiarò in seguito che questo fu il suo miglior lavoro di regia e sceneggiatura in tutta la carriera. E pensare che all’inizio aveva di no…!
Quindi complimenti alla luce che illuminò la creatività di un talento che non riusciva a uscire dall’ombra ma che continuava a visualizzare un capolavoro, ad avere una visione e a non demordere, a prendersi un rifiuto dal regista perfetto e a sapere riportarlo sul suo binario… Grande Gene Wilder, ci hai fatto morire dal ridere con il tuo straordinario Frankenstein Junior e tutti gli assurdi personaggi che hai saputo ‘pennellare’ con assoluta precisione… grazie per i cavalli che nitrivano ogni volta che veniva nominata Frau Blucher, grazie per la gobba (“Quale gobba?”) di Igor che avete ricreato con un’imbottitura per simulare una gravidanza, grazie per il cervello AB-norme, grazie perché … “potrebbe andare peggio, potrebbe piovere!”
Concludiamo con un vero lampo di genio e di luce ‘illuminata’, una massima di IGOR da prendere come esempio di vita:
“Quando la sorte ti è contraria è hai mancato te il successo, smetti di far castelli in aria e vai a piangere sul cess…!!!”