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Cinema

LA FABBRICA DEI SOGNI di Chiara Sani. DON’T LOOK UP è come un virus!

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LEONARDO DI CAPRIO

Il nuovo film interpretato da Leonardo Di Caprio, Meryl Streep e Jennifer Lawrence è appena uscito su Netflix ed è subito diventato un fenomeno mediatico.

Don’t Look Up parla della fine del mondo in modo dissacrante e pungente… ma non si riferisce soltanto al problema relativo alla salvaguardia dell’ambiente, bensì all’ignoranza ed alla incomunicabilità tra le persone.

Il film diretto da Adam McKay è uscito in streaming il 24 dicembre e la reazione del pubblico si è accesa con una potenza incredibile. C’è chi lo ama e c’è chi lo odia, ma l’importante è che tutti ne parlano.

Leonardo DiCaprio ha registrato un video, pubblicato da Netflix, in cui spiega le ragioni per cui il titolo è così importante per il difficile periodo che stiamo tutti vivendo. 

Il punto focale del film, il suo messaggio, è che la gente si rifiuta di riconoscere un’emergenza urgente: il cambiamento climatico, che porterà inevitabilmente all’estinzione della vita degli esseri umani. Nel film la storia parla dell’imminente impatto di una cometa sulla Terra, ma nessuno dei personaggi della storia, compresa la Presidente degli Stati Uniti, vuole dare ascolto agli scienziati e prendere la cosa sul serio.

Leonardo di Caprio insiste sull’importanza di esprimere la propria preferenza per i leader politici che dimostrano attenzione a temi come la salvaguardia dell’ambiente.

Nel video messaggio, la star premio Oscar, ha spiegato la frustrazione del suo personaggio nel film, uno scienziato appunto, che non riesce ad avere una voce e a farsi ascoltare. La gravità della situazione è proprio questa: troppo spesso le persone non ascoltano le uniche voci realmente autorizzate a discutere pubblicamente delle cose che contano, come sta attualmente accadendo in merito al Covid.

Don’t Look Up di Adam McKay ha raggiunto un obiettivo importante, al di là dei giudizi personali sulla pellicola stessa: un valore che non tutti i film ottengono, dal punto di vista del dibattito che ha suscitato nel pubblico di tutto il mondo.

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Crediti Foto: LaPresse