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I migliori film di Alain Delon, icona intramontabile del cinema

L’attore francese è scomparso ieri all’età di 88 anni, ma la sua eredità nella storia del cinema è unica ed indimenticabile.

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Alain Delon in Frank Costello faccia d'angelo
Alain Delon in Frank Costello faccia d'angelo (Crediti: Film Frank Costello faccia d'angelo)

Alain Delon è scomparso ieri, 18 agosto, all’età di 88 anni. Uno degli attori più iconici e influenti del cinema francese, noto per la sua bellezza magnetica e il talento versatile, lascia un vuoto incolmabile nella storia della cinematografia mondiale. La sua carriera, che si estende per oltre cinque decenni, ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama cinematografico europeo e internazionale. Delon ha rappresentato l’ultimo grande Divo del cinema, un attore capace di incantare con un solo sguardo, divenuto celebre sia per la sua bellezza magnetica che per il talento ineguagliabile.

Negli ultimi anni si era allontanato dai set, fatta eccezione per qualche divertente o sorprendente cameo, tra cui il ruolo di Giulio Cesare nel film “Asterix alle Olimpiadi”, dove portò in scena con la propria iconicità. Tuttavia, la sua eredità cinematografica è vasta e profonda, con film che hanno segnato la storia del cinema e che continueranno a essere amati e studiati nel tempo. In una carriera ricca di interpretazioni magistrali, chiunque voglia scoprire il motivo per cui questo attore non sarà mai dimenticato deve comunque inevitabilmente passare da questi capolavori, che lo hanno reso una leggenda del grande schermo.

“Il Gattopardo” (1963)

Diretto da Luchino Visconti, questo film epico racconta la decadenza dell’aristocrazia siciliana durante il Risorgimento. Delon interpreta il giovane e affascinante Tancredi, accanto a Burt Lancaster e Claudia Cardinale. Il film è considerato un capolavoro del cinema mondiale e la performance di Delon ha contribuito a consolidare la sua fama internazionale. L’attore francese ha infatti ottenuto una candidatura per questo film come miglior attore debuttante ai Golden Globe del 1964. Gli anni ’60 rappresentarono il periodo d’oro della carriera di Delon: durante questo decennio, lavorò anche con altri grandi registi, tra cui Michelangelo Antonioni.

“Rocco e i suoi fratelli” (1960)

Sempre sotto la regia di Luchino Visconti, Delon interpreta qui Rocco Parondi, un giovane immigrato dal Sud Italia che cerca di trovare una nuova vita a Milano. Il film è un dramma potente sulle difficoltà della vita urbana e le dinamiche familiari, e la performance di Delon è toccante e indimenticabile. La pellicola esplora temi legati al concetto di famiglia, migrazione e tragedia, e la trama si sviluppa attraverso le vicende dei fratelli, ognuno dei quali affronta le sfide della grande città in modo diverso. L’opera è un capolavoro in quanto esplora le tensioni tra modernità e tradizione, il senso di colpa, la redenzione e la distruzione. La regia di Visconti, insieme alle interpretazioni potenti di Alain Delon rende “Rocco e i suoi fratelli” un dramma intenso e commovente.

“Frank Costello faccia d’angelo” (1967)

In questo thriller di Jean-Pierre Melville, Delon è Frank Costello, un sicario solitario e stoico. Il film è un classico del genere noir e Delon offre una delle sue interpretazioni più iconiche, incarnando il perfetto anti-eroe. Una pellicola che ha ridefinito il concetto di noir e rivoluzionato il cinema francese: con la sua interpretazione di un killer professionista, che vanta una freddezza e una precisione mai viste prima, il grande attore francese si immerge in una Parigi meravigliosa e al contempo pericolosa. L’influenza di questo film si è estesa ben oltre i confini del crime e del neo-noir, contaminando anche il cinema d’azione europeo e orientale, fino a raggiungere l’industria di Hollywood ad oggi.

“Nouvelle Vague” (1990)

Un’opera complessa e ricca di simbolismi, che si sviluppa attorno alla figura di Roger Lennox, interpretato proprio da Alain Delon. Roger è un uomo enigmatico che viene ritrovato in fin di vita sulle rive di un lago dalla ricca industriale Elena Torlato-Favrini, interpretata da Domiziana Giordano. Elena è una donna potente, fredda e distaccata, e decide di prendersi cura di Roger, portandolo nella sua villa e dandogli un posto nel suo mondo lussuoso e dominato dagli affari.

Tra i due si sviluppa una relazione ambigua, dove il potere e il controllo giocano un ruolo centrale. Roger sembra accettare la sua posizione subalterna, ma lentamente inizia a trasformarsi e a prendere il controllo della situazione, ribaltando i ruoli di vittima e carnefice. Questo cambiamento culmina in un finale sorprendente, dove i temi del destino e della lotta per il potere vengono messi in primo piano. “Nouvelle Vague” è un film ricco di riferimenti letterari e filosofici, tipico dello stile di Godard, e utilizza un linguaggio cinematografico innovativo e sperimentale.

La narrazione non lineare e i dialoghi spesso frammentati contribuiscono a creare un’atmosfera misteriosa e contemplativa. La performance di Alain Delon è caratterizzata da una notevole intensità, in linea con il suo stile iconico, e il film stesso è un’opera d’arte visiva, con una fotografia che enfatizza il contrasto tra natura e modernità, simbolo del conflitto tra l’anima e la civiltà tecnologica. Una pellicola che richiede una visione attenta e riflessiva, una sorta di enigma cinematografico che esplora temi esistenziali attraverso un’estetica rigorosa e uno stile narrativo unico.

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