Cinema
Cinema. “La Fabbrica dei Sogni” di Chiara Sani: INTERVISTA all’acting coach Mauro Pini
L’OCCHIO ESTERNO DELL’ATTORE: L’ ACTING COACH
Il lavoro di un attore, che si tratti di cinema, di televisione o di teatro, comincia dalla preparazione del testo/sceneggiatura che deve interpretare.
Molti di voi sapranno che attori come Robert De Niro e Al Pacino sono diventati famosi per la loro ‘maniacale’ preparazione, documentazione e immedesimazione dei personaggi che si accingevano ad interpretare. Importantissimo, in questo senso, l’Actor Studio fondato a New York , un laboratorio di formazione dell’attore, secondo il ‘metodo Stanislavskij’.
La figura dell’Acting Coach è importantissima nell’attività di un attore, perché permette di costruire il personaggio, analizzare il testo e rappresentare le emozioni per poi arrivare in scena più allenati e sicuri.
In pratica, l’acting coach è l’occhio esterno dell’attore!
Per quanto riguarda il mio personale lavoro di attrice, da sempre preparo le scene che devo interpretare in film per il cinema, per il teatro o televisione, con l’acting coach Mauro Pini…
INTERVISTA
C. – Mauro, tu lavori spesso con gli attori sul set. La tua figura professionale è in sinergia con il regista?
M. – Si, assolutamente! Il regista spiega esattamente come avviene una scena e quale tipo di interpretazione deve esprimere il personaggio che l’attore interpreta. A quel punto, inizio con l’attore un lavoro di preparazione a partire dalla lettura delle scene, per poi passare all’impostazione del personaggio. Spesso sono proprio le Produzioni cinematografiche a contattarmi per seguire gli attori sul set. In certi casi devo curare l’interpretazione dell’intero cast di un film o fiction, altre volte devo seguire alcuni dei protagonisti.
C.- Tu lavori spesso con star internazionali che devono recitare in italiano, come si svolge il tuo lavoro in questi casi?
M.- Prima di affontare il set dobbiamo lavorare a tavolino, curare attentamente la dizione per aiutarli a padroneggiare la lingua italiana. In un secondo momento entriamo nel vivo dell’interpretazione emozionale del loro personaggio.
C.- Recentemente hai lavorato per una fiction con Christopher Lambert, com’è andata?
M.- E’ stata una bellissima esperienza, perché Lambert non è soltanto un attore straordinario: è molto simpatico e soprattutto è una persona docissima, gentile con tutti sul set… dal regista alle maestranze.
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C.- Un lavoro fantastico che tu hai fatto come acting coach, è stato seguire la crescita professionale di Silvio Muccino, sin da quando ancora giovanissimo faceva solo l’attore.
M.- E’ stato un bellissimo percorso, perché Silvio è innanzitutto un ragazzo molto intelligente, dotato di una incredibile creatività, una dote che notai subito in lui… era inevitabile che, nel tempo, sviluppasse le sue potenzialità sia come sceneggiatore che come regista.
C.- Parliamo di un’attrice che io adoro, sin da quando la vidi tra i protagonisti di Pulp Fiction di Quentin Tarantino, cioè Maria De Medeiros… tu hai lavorato su diversi progetti con lei!
M.- Ci siamo conosciuti sul set di un film italiano e da quel momento è nata una vera e propria amicizia! Successivamente a quel film in Italia, Maria mi contattò per aiutarla in un Recital che avrebbe poi portato in varie rappresentazioni per tutto il mondo. Maria non è solo attrice ma anche una cantante e una straordinaria interprete… ed è anche in grado di recitare in ben sei lingue!
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Quando lavorai con Maria De Medeiros sul primo progetto cinematografico, lavorai anche con un altro straordinario attore, il bulgaro Hristo Jivkov: tutti questi artisti provengono da esperienze professionali molto differenti l’uno dall’altra e portano con sé un bagaglio creativo e anche umano davvero incredibile. Attraverso il mio lavoro di acting coach con artisti di questo calibro, è inevitabile un arricchimento creativo.
C.- Come quando hai lavorato con uno degli attori più affascinanti del Cinema, la star de ‘Il Dottor Zivago’ e ‘Laurence d’Arabia’, cioè Omar Sharif! Come si svolgeva il tuo lavoro di preparazione delle scene con lui?
M.- Omar Sharif era quasi magico , anche lui estremamente umano, generoso e sensibile. Innanzitutto leggevamo insieme la sceneggiatura, in particolar modo le scene che lo riguardavano. Poi cominciavamo il lavoro di interpretazione, naturalmente sulla linea delle indicazioni del regista. Quando Omar cominciava a provare le scene, io gli davo le battute di tutti i personaggi che interagivano con lui in quelle scene. Tutto questo sempre con una particolare attenzione alla pronuncia italiana corretta.
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C.- Parlaci di come hai trasformato Peppino di Capri in uno spietato assasino!
M.- E’ stata una esperienza divertentissima! Il film era ‘Natale col boss’ con Lillo e Greg. La sua trasformazione è stata incredibile perché Peppino doveva interpretare due ruoli, sé stesso e un boss cattivissimo! E’ stata una bellissima esperienza di lavoro per me, anche perché provavamo sempre in uno dei luoghi più belli del Mondo: casa sua a Capri!
C.- Beato te caro Mauro! Grazie per questa bella chiacchierata e… ci vediamo alla mia prossima interpretazione!
M.- Molto volentieri… le risate saranno assicurate!
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