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Cinema

Cinema, Festival di Berlino 2020. Orso d’argento a Elio Germano per “Volevo nascondermi”. Miglior sceneggiatura per “Favolacce”

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Doppio premio targato Italia nella edizione 2020 del Festival di Berlino che ha festeggiato il settantesimo anno di età e che ieri ha consegnato i tradizionali premi di fine rassegna.

L’Italia porta a casa due dei riconoscimenti più prestigiosi: Elio Germano, 40 anni, attore e regista romano, che in carriera ha già in bacheca tre David di Donatello per il miglior attore protagonista di Mio fratello è figlio unico, La nostra vita e Il giovane favoloso, un nastro d’argento per La nostra vita ed il Prix d’interprétation masculine al Festival di Cannes 2010, si è aggiudicato l’Orso d’Argento come migliore attore per la sua interpretazione di Antonio Ligabue in Volevo nascondermi di Giorgio Diritti.

L’altro premio “italiano” è quello della migliore sceneggiatura, ottenuto per “Favolacce” dai fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo. 

L’Orso d’Oro come  miglior film è andato all’iraniano Sheytan vojud nadarad (There Is No Evil) di Mohammad Rasoulof. Il premio per la migliore attrice è stato assegnato a Paula Beer per il suo ruolo in Undine di Christian Petzold. Never Rarely Sometimes Always di Eliza Hittman ha conquistato il Gran premio della giuria, l’Orso al miglior regista è andato al coreano Hong Sangsoo per The Woman Who Ran. L‘Orso d’oro alla carriera è stato assegnato a Helen Mirren.

Orso d’oro per il miglior film: Sheytan vojud nadarad (There Is No Evil) di Mohammad Rasoulo

Orso d’argento, gran premio della giuria: Never Rarely Sometimes Always di Eliza Hittman

Orso d’argento per il miglior regista: Hong Sangsoo per Domangchin yeoja (The Woman Who Ran)

Orso d’argento per il miglior attore: Elio Germano per Volevo nascondermi (Hidden Away) di Giorgio Diritti

Orso d’argento per la migliore attrice: Paula Beer per Undine di Christian Petzold

Orso d’argento per la migliore sceneggiatura: Favolacce (Bad Tales) dei fratelli D’Innocenzo

Orso d’argento per il miglior contributo artistico: Jürgen Jürges per la fotografia in DAU. Natasha di Ilya Khrzhanovskiy and Jekaterina Oertel.

Foto Lapresse