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Una vita in vacanza: smart-working e iniziative per ripopolare il Sud Italia

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Le iniziative per ripopolare alcune zone d’Italia non sono una novità. Basti pensare agli incentivi per chi si trasferisce, oppure le case in vendita a 1 euro per ripopolare i centri storici. Adesso che lo smart-working è diventato una realtà (quasi) consolidata, le iniziative per ripopolare alcuni centri non mancano. Un esempio sono le iniziative di alcuni paesi della Sardegna che offrono benefit a chi decide di trasferirsi in pianta stabile.

Marco Corrias, sindaco di Fluminimaggiore, ha deciso di trasformare questo comune di 3.500 abitanti. Per chi non è della zona, Fluminimaggiore si trova molto vicino al mare ed è circondato dalla natura. Questa zona potrebbe essere la soluzione per chi decide di spostarsi una volta in pensione, per chi preferisce una vita più tranquilla o anche per chi vorrebbe prendersi un anno sabbatico.

Per chi decide di andare ad abitare nel paese, ci saranno servizi pensati ad hoc. “Dalla sistemazione della casa, alla consegna dei pasti, oltre che servizi di mobilità per chi si vuole spostare” spiega il sindaco. L’idea sarebbe quella di creare un “happy village”. Un’isola felice dove trascorrere un periodo più lungo di una semplice vacanza. “Abbiamo ricevuto 400 manifestazioni di interesse” continua Corrias.

Un altro paese della Sardegna, Ollolai, era già conosciuto per aver messo in vendita delle case al prezzo simbolico di un euro. Il paesino di circa 1.200 abitanti era anche diventato famoso in Olanda grazie al reality “Het Italiaanse Dorp” ovvero “Il villaggio italiano” girato in loco dalla tv olandese. Il programma seguiva il trasferimento di alcuni olandesi a Ollolai e il loro adattarsi ad un nuovo stile di vita.

A Sambuca di Sicilia la vendita di case a 1 euro ha portato anche alla vendita di altri immobili a prezzo di mercato per effetto di traino. E molti altri paesi hanno seguito l’iniziativa per incentivare le ristrutturazioni e i trasferimenti. Anche se molte abitazioni acquistate diventano poi seconde case o Bed&Breakfast. Per ovviare al problema, negli anni sono sorte altre iniziative in tutta Italia volte ad incrementare i residenti stabili. Ad esempio, sconti sulle tasse o contributi erogati dal comune per i nuovi residenti.

In tanti hanno provato ad immaginare un futuro diverso dopo la pandemia. Anche se non sappiamo per quanto a lungo le aziende continueranno a preferire il lavoro da remoto. Se prima erano circa 570 mila gli italiani a lavorare da casa, con la pandemia sono diventati 8 milioni. È vero, non tutti possono. Non è possibile svolgere da remoto gran parte dei lavori, ma chi può farlo potrebbe già contribuire a cambiare le nostre città, oltre che il proprio stile di vita.

Come risultato potrebbe ridursi il traffico e l’inquinamento delle grandi città. Così come il prezzo degli affitti. Si potrebbe anche in parte riequilibrare la situazione abitativa tra Nord e Sud perché basterebbe una buona connessione alla rete. Ma sono soltanto supposizioni. L’azienda americana Twitter ha dato la possibilità ai suoi dipendenti di lavorare da casa per sempre. Sarebbe davvero una vita in vacanza? O piuttosto una vita tra le mura di casa? A fare la differenza sarebbe proprio dove si trova “casa”.

 

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Crediti foto: LaPresse