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Turchia | Tra terremoto, guerre, diplomazia e coronavirus

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I danni del terremoto che ha colpito le coste del mar Egeo della Turchia e l’isola greca di Samos sono ingenti, e continuano ad essere contati dai autorità e volontari che a Smirne scavano ancora tra le macerie in cerca dei dispersi.

108 il numero attuale di vittime accertate nella regione di Izmir (la zona della metropoli di Smirne), dove il terremoto, e le conseguenti inondazioni, hanno fatto crollare decine di palazzi. un migliaio i feriti, di cui 138, fanno sapere i media turchi, ricoverati in ospedale.

Intanto nel distretto di Bayrakli è stata soccorsa una bambina di soli quattro anni è stata salvata dopo 91 ore intrappolata sotto le macerie, con lacrime e gioia degli astanti e dei soccorritori.

Il terremoto ha colpito la Turchia in uno dei periodi già più turbolenti per la presidenza di Erdogan, che appoggia l’Azerbaigian nel conflitto contro l’Armenia nella regione di Nagorno Karabach, ed è nel frattempo impegnata anche sull’isola di Cipro a contendere la sovranità con la Grecia. Gli accordi di Ginevra, poi, firmati alcune settimane fa per sanare la situazione libica imponendo il ritiro delle truppe straniere, ha ricevuto il dissenso del governo turco, impegnato militarmente nello stato nordafricano.

Inoltre, nelle ultime settimane il presidente turco ha più volte inasprito la polemica contro il presidente francese Macron riguardo alle immagini di Charlie Hebdo e al trattamento dei terroristi islamici in territorio francese.

Tutto questo mentre una cattiva gestione dell’emergenza sanitaria ha allargato fortemente il bacino di coloro che sono contrari al presidente Erdogan, che sta attraversando il momento peggiore della propria lunga carriera politica, attraverso cui è stato sindaco di Instabul negli anni ’90 e primo ministro fino al 2014.

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Crediti Foto: LaPresse