Attualità
Siria: possibili crimini contro l’umanità tra gennaio e luglio

In un dossier di 25 pagine, alcuni esperti delle Nazioni Unite hanno dato adito al sospetto che in Siria il governo abbia perpetrato numerosi crimini contro l’umanità nel periodo tra gennaio e luglio 2020.
In un rapporto esposto oggi a Ginevra, la Commissione afferma di “avere ragioni di ritenere che il governo siriano abbia continuato a perpetrare i crimini contro l’umanità di sparizione forzata, omicidio, tortura, violenza sessuale e reclusione, atti che in casi estremi possono venire considerati crimini di guerra e trattati come tali.
Tutto questo nonostante un calo generale dei conflitti interni in Siria. Infatti, i crimini vengono attribuiti a quasi tutte le parti del conflitto, tra cui le forze governative, l’Esercito nazionale siriano (SNA), le Forzedemocratiche siriane (SDF) e di Hay’at Tahrir al-Sham, la formazione conosciuta anche come al-Qaida, nata a fine anni ’80 durante la guerra in Afghanistan, che nel conflitto siriano ha assunto un ruolo fondamentale.
Intanto, soprattutto nelle zone dove il conflitto è ancora nel vivo, aumentano anche i crimini mirati, come omicidi, stupri e violenza, nonché l’occupazione delle proprietà private.
“Per quasi un decennio tutti gli appelli a proteggere donne, uomini, ragazzi e ragazze sono stati ignorati. Non ci sono mani pulite in questo conflitto, ma lo status quo non può durare ” ha commentato Paulo Pinheiro, presidente della Commissione d’inchiesta, nonché giurista e professore impegnato da anni nello studio dei Diritti Umani.
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Crediti Foto: LaPresse