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Scuola, test rapidi nel Lazio e in Veneto nel caso di alunni positivi in classe

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In attesa del rientro a scuola, fra le varie misure messe in campo per gestire i contagi da Coronavirus, spunta anche quella dei test rapidi a tappeto per studenti e docenti nel momento in cui dovessero essere individuati casi di positività. Attualmente sono soltanto due le regioni che intendono adottarli, il Veneto e il Lazio. La Lombardia, regione più colpita d’Italia dal virus, non prevede per il momento il loro utilizzo. Al momento la Lombardia dovrebbe disporre di circa un sesto di test rispetto a quelli del Lazio, ovvero 5mila in tutto (il Lazio ne ha 30mila). Per il momento dunque, in Lombardia si farà affidamento sul tampone classico per il quale l’attesa è di circa 48 ore.

Nel frattempo sia il Lazio sia il Veneto procederanno con i test rapidi che invece impiegano circa 30 minuti per valutare se una persona è positiva o no al virus. Sono attendibili all’85%, quindi meno rispetto ai tamponi nasofaringei, ma i vantaggi sono evidenti. Secondo quanto dichiarato dal presidente della regione Veneto Luca Zaia, sarebbero comunque conformi alle direttive dell’Istituto superiore di sanità.

Nei casi in cui dovesse essere riscontrato un caso di positività, dunque, nel Lazio e in Veneto gli studenti e i docenti dovranno andare alla “Uscar”, l’unità mobile con medici e infermieri a bordo, per fare il tampone, le persone eventualmente contagiate dovranno andare in isolamento e l’istituto dovrà essere sanificato. Ma rimangono ancora alcuni dubbi e nodi da sciogliere: come fare, ad esempio, per ottenere per tempo l’autorizzazione dei genitori per fare il tampone a un minorenne?

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Crediti foto: LaPresse