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Regno Unito in recessione. Tra aprile e giugno crollo del Pil del 20,4%

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L’economia britannica sta precipitando. Per la prima volta dal 2009 il Regno Unito è l’anello debole delle sette economie più avanzate del pianeta, il G-7. A causa del lockdown tra aprile e giugno il Prodotto Interno Lordo (Pil) del Paese è crollato del 20,4% secondo i dati dell’Office for National Statistics (Ons). Più della perdita registrata dall’Italia – il 12,4% – e dell’Eurozona, il 12,1%.

Dopo aver subito il numero più alto di perdite a causa del Covid-19 in Europa (più di 50mila tra marzo e giugno), secondo l’Ons la pandemia ha anche annullato 17 anni di crescita economica quasi ininterrotta. Per il secondo trimestre consecutivo la performance del Regno Unito è negativa. Nel periodo gennaio-marzo l’economia aveva già registrato una perdita del 2,2%. Il dato nuovamente in calo diffuso dall’Ons porta così il Paese in recessione.

Con diversa intensità il calo del Pil è stato registrato in tutti i Paesi che hanno bloccato le loro attività per contrastare il diffondersi del Covid-19. Una volta allentate le misure più restrittive l’economia ha registrato un impulso in avanti, anche se non sufficiente al recupero del divario con il periodo pre-Covid. “L’economia ha mostrato segnali di ripresa a giugno (dell’8,7%), ma nonostante ciò il Pil resta sotto il livello di febbraio, prima che il virus colpisse”, questo il commento dell’istituto di statistica. Con la franchezza che contraddistingue i britannici il Cancelliere dello Scacchiere, ovvero il ministro delle Finanze ha illustrato uno scenario non proprio incoraggiante. “Centinaia di migliaia di persone hanno già perso il loro lavoro e purtroppo nei prossimi mesi molti altri lo perderanno. Dovremo fare scelte difficili ma vi posso assicurare che nessuno sarà lasciato senza speranza” queste le sue parole.

Circa 730mila persone – infatti – hanno perso il loro impiego dall’inizio della pandemia. Per il momento il tasso di disoccupazione è al 3,9%, ma potrebbe salire al 7,5%. La disoccupazione è stata mitigata dal programma di cassa integrazione previsto dal governo fino a ottobre, ma una volta concluso si teme un picco del numero di persone che perderanno il lavoro. La Banca d’Inghilterra ha stimato un ritorno ai livelli economici normali verso la fine dell’anno. Mentre secondo gli esperti dell’osservatorio economico EY Item Club gli effetti della crisi potrebbero protrarsi nei prossimi anni. Senza contare il rischio di una nuova ondata di Covid-19 che ha costretto alla chiusura e alla quarantena anche l’inizialmente scettica Gran Bretagna.

Alle incertezze dovute all’andamento della pandemia, si aggiungono poi quelle di natura politica. Con queste premesse, lo scenario di una Brexit senza accordo potrebbe avere effetti ancora peggiori sull’economia britannica con un possibile aumento delle tariffe degli scambi commerciali con l’Unione europea. La tempesta perfetta è all’orizzonte.

 

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Crediti foto: LaPresse