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PUNTI LUCE di Chiara Sani Tantissima luce puntata sulla MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA 2020!

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Un anno così difficile ha messo a dura prova anche il nostro festival del cinema più prestigioso di sempre a livello internazionale.

Le sale cinematografiche sono passate in secondo piano da quando il lock down ha costretto tutti gli appassionati di cinema a godersi un buon film senza uscire di casa, comodamente seduti sul proprio divano.

Ma il cinema non è soltanto un passatempo casalingo, è un’espressione artistica per chi lo esprime e un’esperienza emozionale per chi vi assiste.

In questo travagliatissimo anno pandemico, i festival cinematografici hanno abbassato le saracinesche, compreso quello più importante a livello europeo: il Festival di Cannes.

Ma il LEONE DEL LIDO DI VENEZIA ha ruggito con grinta e non ha abbassato la coda.

Il Festival del cinema di Venezia c’è stato comunque, per non far dimenticare al pubblico l’importanza della visione dei film nelle sale cinematografiche, per impedire agli spettatori di indossare le pantofole per sempre!

Il primo aspetto inquietante di questa edizione è stato il lungo muro bianco che costeggiava il scintillante RED CARPET, su cui sfilavano le stelle del cinema, gli ospiti delle premiere ed i membri della giuria internazionale. Il muro era necessario per impedire che si formassero assembramenti a ridosso della passerella… il che ha separato i fans dai protagonisti dei film in catalogo quest’anno.

Inquietante, veramente inquietante. Vederlo dal vivo ancora di più!

Ma il punto di forza, ovvero il ‘punto luce’ di questo faticoso e grintoso festival 2020 è stato proprio il non voler mollare l’obiettivo più importante: spingere verso la via d’uscita il nostro cinema italiano, tenere duro per non fossilizzare il pubblico nel film visto solo in streaming, dal televisore nel proprio salotto.

Il cinema è innanzitutto una fabbrica dei sogni che si racconta con i suoi elementi principali: una bella storia, attori carismatici, una sala buia … e perché no? Anche i pop corns!

Quest’anno, in tempo di Covid, alla Biennale di Venezia hanno partecipato pochissime star internazionali, tra le poche eccezioni c’erano la presidente di giuria CATE BLANCHETT e il divo Matt Dillon.

La sera, mancavano le luci e le musiche delle feste after carpet. Solo pochi ristoranti aperti, troupes televisive e fotografi sparsi qua e là, pochi fans delusi che aspettavano davanti all’ingresso dell’Hotel Excelsior e del red carpet, molta polizia e severissimi controlli per far che venissero rispettate tutte le regole igieniche, sia all’interno delle strutture, che all’esterno lungo la strada che costeggiava il red carpet.

Grande sforzo da parte di tutti, molta pressione e forse poca soddisfazione, ma questo sacrificio  ha reso il festival di quest’anno ancora più significativo.        Rimarrà nella storia per la forza di esserci stato nonostante tutto, per non avere mollato e per avere acceso le luci e l’attenzione pubblica sul mondo del cinema, nel senso più classico del termine!

Non ci resta che attendere l’edizione del prossimo anno, sperando di non vedere più quel lungo muro bianco che oggi ha diviso i fans dai loro idoli!

Il ruggito del Leone di Venezia ha illuminato il nostro cinema, ha segnato il territorio ed è entrato nella storia… questa da sola è già una grande vittoria!