Il bossing rappresenta una forma di molestia psicologica che avviene in ambito lavorativo ed è perpetrata da un superiore nei confronti di un lavoratore subordinato.
L’obiettivo delle ripetute vessazioni e dei soprusi costanti è l’umiliazione e la sottomissione del malcapitato per creare un contesto lavorativo ostico ed insostenibile.
Spesso questo atteggiamento induce il lavoratore al licenziamento spinto dalla volontà di abbandonare un ambiente tossico e demotivante.
Il bossing presenta elementi di similitudine con il mobbing ma si caratterizza per la forma verticale in cui il superiore esercita potere sui dipendenti subordinati.
Le cause che inducono un atteggiamento di questo tipo possono essere individuali, quali invidia da parte del superiore o la paura di essere scavalcato in ambito professionale. Altre necessità sono di tipo organizzativo, quale ad esempio la necessità di ridurre il personale.
Il soggetto sottoposto al pressing psicologico può manifestare calo dell’umore, insonnia, perdita di fiducia nelle proprie capacità ed, infine, depressione. Di conseguenza, potrebbe ricorrere all’assunzione di psicofarmaci, di alcool o tabacco. Quindi, oltre alla sfera psicologica, a farne le spese potrebbe essere anche il fisico.
Alessandra Bisanti, Psicologa, Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
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Crediti Foto: Shutterstock
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