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Romania: bassissima affluenza alle elezioni di ieri

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In Romania domenica si è votato per le elezioni parlamentari, tra crisi sanitaria, scontro tra europeisti e sovranisti e accuse di corruzione. I due partiti principali, i conservatori del Partito liberale, attualmente al governo con il premier Ludovic Orban, e i socialisti del Partito socialdemocratico, molto contestati per le numerose storie di malversazioni e corruzione che hanno portato in carcere il loro leader storico Liviu Dragnea.

Infatti in Romania i ruoli e le posizioni dei due partiti sono invertite rispetto al nostro sentire comune, con i conservatori filoeuropeisti e i socialisti sovranisti. Al momento, gli exit poll danno un testa a testa, con il 30,5% dei voti per il Partito socialdemocratico e il 29% per i liberali. Molto bassa, comunque, l’affluenza, che ha visto recarsi alle urne solo il 32% dei più di 18 milioni di cittadini rumeni con diritto di voto.

Contestato, soprattutto dai socialisti, un intervento del capo dello Stato Klaus Iohannis, che ha invitato i cittadini a votare per un parlamento migliore e per i  valori europei, posizione che i socialisti hanno definito un’illegittima ingerenza, sebbene non incostituzionale.

La posizione in Europa della Romania è molto importante, tuttalpiù ora che le vicine Polonia e Ungheria stanno continuando a porre il veto sul Recovery Fund, fatto che sta danneggiando enormemente l’economia rumena.

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Foto: LaPresse