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Figli avuti con maternità surrogata. Corte Costituzionale: “serve una legge subito”

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Il Tribunale di Padova ha denunciato una grave lacuna nel sistema giuridico in fatto di affidamento di minori. Nella fattispecie, due madri ricorse alla fecondazione eterologa all’estero e oggi in rapporto conflittuale non godrebbero di pari diritti e doveri nei confronti delle due bambine. La Corte costituzionale  ha dichiarato inammissibili tali questioni, auspicando che i legislatori si affrettino a garantire i diritti dei bambini.

Si legge infatti nella sentenza n. 32 depositata oggi (redattrice Silvana Sciarra) che spetta al legislatore trovare un “ragionevole punto di equilibrio tra i diversi beni costituzionali coinvolti, nel rispetto della dignità della persona umana”, per fornire, in maniera organica, adeguata tutela ai diritti del minore “alla cura, all’educazione, all’istruzione, al mantenimento, alla successione e, più in generale, alla continuità e al conforto di abitudini condivise”, evitando di generare disarmonie nel sistema.

Nel caso in esame al Tribunale di Padova, alla cosiddetta ‘madre intenzionale’, ovvero la madre che non ha portato in grembo i figli, nonostante i tentativi di ricongiungimento con le due figlie, è stata negato l’esercizio della responsabilità genitoriale. Ma la sentenza rimarca la non fondamentali del dato genetico, e che le leggi sull’affidamento dei minori debbano essere fatte in favore del benessere dei bambini.

La Corte costituzionale ha suggerito, in via del tutto esemplificativa, alcuni ambiti entro cui può svolgersi l’intervento dei legislatori perché vengano garantiti tutela e benessere ai minori: in particolare la riscrittura delle previsioni sullo ‘status filiationis’ è una nuova tipologia di adozione che garantisca tempestivamente la pienezza dei diritti dei nati.

“Sono commossa a leggere che il dato genetico non è più un requisito indispensabile per la genitorialità. È il riconoscimento del fatto che è l’amore che crea una famiglia, che è l’affetto che definisce e dà sostanza alla genitorialità. Sono parole importanti quelle di oggi della Corte costituzionale, parole che mi spingono ad andare avanti per il bene delle mie bambine” commenta Valentina, la donna che si è rivolta al Tribunale di Padova per chiedere che le venga riconosciuto il ruolo di madre.

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Foto: Shutterstock.com