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Coronavirus: le rette di nidi, materne e mense scolastiche saranno comunque da pagare? Sono previsti rimborsi? Ecco cosa c’è da sapere
L’ultimo decreto governativo in vigore dal 10 marzo per contrastare l’emergenza Coronavirus ha prolungato la chiusura di tutte le scuole fino al 3 aprile. Ma cosa succederà con le rette per asili, materne e mense scolastiche? Bisognerà pagarle comunque?
Sono queste le principali domande che la maggior parte delle famiglie con figli si sta facendo in questi giorni di grande apprensione per l’epidemia di Covid-19 che ha costretto il Paese a misure di contenimento severissime, come la chiusura di quasi tutti i luoghi di aggregazione, dai negozi ai bar ai ristoranti fino alla scuola di ogni grado e ordine, dall’asilo all’Università. Ci si chiede se sia necessario pagare comunque la retta intera se il proprio figlio non frequenta l’asilo nido per uno o due mesi a causa della chiusura forzata delle scuole, per esempio, o se si potrà pagare in forma ridotta. E ancora, se si avrà diritto a rimborsi e a chi spetteranno.
Dopo il via libera del Parlamento allo scostamento di bilancio da 25 miliardi di euro, il governo si appresta in queste ore a mettere nero su bianco le misure economiche per far fronte all’emergenza coronavirus in aiuto alle famiglie e alle aziende. Oggi il premier Giuseppe Conte ascolterà le parti sociali in una videoconferenza da Palazzo Chigi. Tra i punti più attesi c’è proprio quello relativo alle misure pensate per le famiglie, come i congedi parentali o i voucher baby sitter. Per le famiglie con bimbi a casa ci sarà un congedo parentale “anche retroattivo di 15 giorni fino ai 12 anni di età e parametrato alla retribuzione, per i genitori con figli disabili non ci sarà limite. Altrimenti useranno un voucher babysitter”, ha spiegato il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo.
Per quanto riguarda le rette asili nido, scuole dell’ infanzia e mense scolastiche, ogni Comune per ora sta procedendo autonomamente. In Emilia Romagna, ad esempio, Cesena ha deciso di congelarle, mentre Modena di ridurle del 25%. A Rimini di abbatterle in maniera proporzionale ai giorni di chiusura. Stando ai dati diffusi dal Codacons, in Veneto, a Verona e a Treviso (ma anche a Bologna e Ferrara) è previsto il rimborso dell’intera somma della retta pagata nel periodo di chiusura degli asili. Stesso discorso ad Asti, in Piemonte, dove le rette dei sei asili nido comunali non saranno addebitate alle famiglie, mentre in Lombardia l’importo delle rette degli asili nido sarà ricalcolato in base ai giorni di effettiva frequenza degli stessi dal momento della prima chiusura delle scuole nella regione.
Il Codacons è al lavoro sulla messa a punto di un modulo per permettere a tutti i genitori di figli frequentanti gli asili nido di richiedere il rimborso parziale di quanto versato, a causa delle continue richieste che arrivano da parte dei genitori che lamentano il pagamento della retta annuale dei propri figli per un servizio di cui non stanno usufruendo a causa dell’emergenza Coronavirus.
Stando a quanto al momento previsto, il rimborso per il pagamento delle rette di asili nido privati e comunali spettano alle famiglie che hanno già pagato le rette relative ai mesi di non frequenza, avendo cioè pagato interamente i costi per la frequenza del nido del proprio figlio per tutto l’anno. Per chi, invece, effettua il pagamento della retta dell’asilo nido mensilmente non è previsto a quanto pare alcun rimborso ma probabilmente, stando a quanto riportano le ultime notizie, vi sarà una rimodulazione delle quote di pagamento.
Stando a quanto riportato sempre sul sito del Codacons, in generale, per qualunque servizio non erogato, chi ha pagato ha diritto al rimborso delle somme. Qualcosa potrebbe cambiare per la frequenza di asili nido privati, dove alcune cooperative e scuole paritarie hanno già parlato della difficoltà di sostenere spese di gestione e di pagamento degli stipendi del personale se le famiglie non pagano le rette. In questi casi si attendono istruzioni dai singoli Comuni.
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Crediti foto: LaPresse