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Coronavirus, autocertificazione anche a piedi. Ecco come e quando si può uscire di casa
E’ obbligatoria l’autocertificazione anche per fare una passeggiata a piedi, anche se la raccomandazione del governo rimane di restare preferibilmente in casa e di uscire solo se strettamente necessario.
Nuovo giro di vite del governo contro l’emergenza Coronavirus con l’annuncio da parte del premier Conte della chiusura totale fino al 3 aprile anche di negozi, bar, ristoranti e di tutti gli esercizi commerciali che vendono prodotti non di primaria necessità. Restano aperte le farmacie, le banche, le poste e le aziende, queste ultime solo a patto che siano in grado di garantire ai propri dipendenti tutte le condizioni di sicurezza previste dalla normativa. E a proposito di sicurezza e normativa, sono tanti gli italiani che in queste ore si stanno domandando cosa possono o non possono fare.
E’ possibile andare a lavorare e a fare la spesa per esempio, ma sarà necessario portare con sé l’autocertificazione anche se ci si muove a piedi. Lo ha precisato ieri il commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus, Angelo Borrelli, aggiungendo: “Il consiglio è sempre lo stesso: uscire per lo stretto necessario. Si raccomanda inoltre di rispettare la distanza di un metro come principale criterio di contenimento del virus. In assenza della possibilità di mantenere la distanza è raccomandato l’uso delle mascherine“. L’autocertificazione va esibita in tutti i territori italiani.
Ma vediamo nel dettaglio cosa è possibile fare in questo momento di emergenza sanitaria.
POSSO MUOVERMI IN ITALIA? Non si può uscire di casa se non per validi motivi. Le limitazioni agli spostamenti sono le stesse in tutte le Regioni e sono in vigore dal 10 marzo fino al 3 aprile 2020. Ci saranno controlli da parte delle forze di polizia. C’è il divieto assoluto di uscire di casa per chi è sottoposto a quarantena o risulti positivo al virus. In caso di sintomi da infezione respiratoria o febbre superiore a 37,5 gradi è fortemente raccomandato di rimanere a casa, di rivolgersi al medico e limitare al massimo il contatto con gli altri.
QUALI SONO I VALIDI MOTIVI PER USCIRE DI CASA? Per andare a lavoro, per ragioni di salute o situazioni di necessità. Per provare queste esigenze dovrà essere compilata un’autodichiarazione che potrà essere resa anche seduta stante sui moduli in dotazione alle forze di Polizia. La veridicità delle dichiarazioni sarà oggetto di controlli successivi.
CHI SI TROVA FUORI DAL PROPRIO DOMICILIO, ABITAZIONE O RESIDENZA PUÒ RIENTRARVI? Sì, fermo restando che poi si potrà spostare solo per esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute.
SE ABITO IN UN COMUNE E LAVORO IN ALTRO POSSO FARE “AVANTI E INDIETRO”? Sì, se è uno spostamento giustificato per esigenze lavorative.
POSSO UTILIZZARE I MEZZI DI TRASPORTO PUBBLICO? Nessun blocco dei trasporti. Tutti i mezzi di trasporto pubblico, e anche privato, funzionano regolarmente.
POSSO USCIRE PER ACQUISTARE GENERI ALIMENTARI? Sì, e non c’è alcuna necessità di accaparrarseli perché i negozi saranno sempre riforniti. Non c’è alcuna limitazione al transito delle merci: tutte le merci, quindi non solo quelle di prima necessità, possono circolare sul territorio nazionale.
SI PUÒ USCIRE PER ACQUISTARE BENI DIVERSI DA QUELLI ALIMENTARI? Sì, ma solo in caso di stretta necessità, quindi unicamente per l’acquisto di beni legati ad esigenze primarie non rimandabili.
POSSO ANDARE A MANGIARE DAI PARENTI? No, perché non è uno spostamento necessario e quindi non rientra tra quelli ammessi.
POSSO ANDARE AD ASSISTERE I MIEI CARI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI? Sì. Ricordate però che gli anziani sono le persone più vulnerabili e quindi cercate di proteggerli il più possibile dai contatti.
E’ CONSENTITO FARE ATTIVITÀ MOTORIA ALL’APERTO? Lo sport e le attività motorie svolte negli spazi aperti sono ammessi nel rispetto della distanza interpersonale di un metro. In ogni caso bisogna evitare assembramenti.
POSSO USCIRE CON IL MIO CANE? Sì, per la gestione quotidiana delle sue esigenze fisiologiche e per i controlli veterinari.
CHE SUCCEDE A CHI NON RISPETTA LE LIMITAZIONI? La violazione delle prescrizioni è punita con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a 206 euro, secondo quanto previsto dall’articolo 650 del codice penale sull’inosservanza di un provvedimento di un’autorità. Ma pene più severe possono essere comminate a chi adotterà comportamenti che configurino più gravi ipotesi di reato, come il carcere fino a 21 per omicidio doloso.