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Caso Cospito, telefonata minatoria al quotidiano Il Resto del Carlino: “A Bologna ci sarà un grave attentato”
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“A Bologna ci sarà un grave attentato per Cospito”. Questo il messaggio arrivato martedì scorso, attraverso una telefonata anonima, al centralino del quotidiano Il Resto del Carlino di Bologna.
A riportare la notizia è il Carlino stesso, edizione locale, e il Qn. La chiamata, della durata di nemmeno un minuto, sarebbe arrivata alle ore 08:05 – scrive il quotidiano – da un numero interno, forse quello del vecchio centralino. Il giornale riferisce di una “voce giovane e maschile, senza accenti, con una lieve cadenza bolognese”. Dell’accaduto è stata immediatamente avvisata la Digos, che adesso sta indagando per risalire al luogo da cui è partita la telefonata. L’accaduto non rappresenta purtroppo un caso isolato.
Ieri infatti, sempre al Carlino, è arrivata anche una lettera contro la premier Giorgia Meloni e il ministro della Difesa Guido Crosetto, e in generale, contro la politica del governo italiano sull’Ucraina, con scritto “In caso di persistenza, saremo costretti a prendere dei seri provvedimenti”. E’ dunque scattato l’allarme per possibili azioni pericolose per la sicurezza pubblica da parte degli anarchici, che si sarebbero schierati a favore di Alfredo Cospito, il militante anarchico insurrezionalista, che dallo scorso 20 ottobre ha iniziato lo sciopero della fame contro la misura detentiva del 41-bis (meglio nota come “carcere duro”) a cui è stato condannato per la gambizzazione di Roberto Adinolfi, dirigente della Ansaldo Nucleare, e per l’attentato del 2006 contro la scuola allievi carabinieri di Fossano.
Diversi gruppi anarchici, infatti, hanno manifestato in queste settimane in suo sostegno – la frase “Cospito libero” è stata scritta da attivisti anarchici sul Ponte della Costituzione, a Venezia -, mentre alcuni intellettuali italiani, tra cui il filosofo Massimo Cacciari, don Luigi Ciotti e diversi ex magistrati, insieme agli avvocati di Cospito che hanno presentato ricorso, hanno chiesto al ministero della Giustizia la revoca della misura detentiva prevista dalla 41-bis. La Cassazione deciderà sul ricorso il prossimo 7 marzo.
Quest’ultimo atto intimidatorio anonimo ha alzato ulteriormente il livello di allerta delle forze dell’ordine. La polizia postale, ad esempio, sta svolgendo “un’attività quotidiana di monitoraggio della rete in collaborazione con i colleghi dell’Antiterrorismo, ha riferito Ivano Gabrielli, direttore del servizio di Polizia postale e delle comunicazioni.
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Crediti foto: Shutterstock