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Beatrice Venezi rilancia gli slogan fascisti in linea con l’amica Giorgia Meloni e il padre di estrema destra. Ma Monica Cirinnà, Roberto Saviano, Valentina Nappi e il web la ridicolizzano

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Beatrice Venezi

Dal palco di Sanremo al palco di Fratelli D’Italia: la direttrice d’orchestra fa (s)parlare di sé per i suoi tweet nostalgico-fascisti a sostegno dell’amica Giorgia Meloni, in corsa per il voto alle imminenti elezioni politiche

Non chiamatela direttrice – come l’Accademia della Crusca ci insegna – ma direttore, altrimenti si sente inferiore nonostante il primato di “donna più giovane a dirigere un’orchestra in Europa”. Eppure di inferiorità Beatrice Venezi, nata trentadue anni fa a Lucca e riconosciuta come una delle poche, ma di certo non l’unica, professioniste femminili nel settore dei direttori d’orchestra, fa ampio sfoggio.

A sostenerlo anche Monica Cirinnà, Roberto Saviano, Valentina Nappi e il web dopo le sue dichiarazioni pubbliche e social di matrice fascista. La Venezi, che, nemmeno a farlo apposta, è figlia di un ex dirigente di Forza Nuova, partito neofascista e nazionalista di estrema destra, spesso protagonista di campagne politiche xenofobe e omofobe, vale a dire Gabriele Venezi, ha fatto suo il motto coniato dall’ex segretario del Partito Nazionale Fascista, Giovanni Giurati: “Dio, patria, famiglia”.

Una triade di storica memoria che la ex bionda valletta di Amadeus – datata Sanremo 2021 – ha rilanciato citando Giuseppe Mazzini: «Io voglio parlarvi dei vostri doveri. Voglio parlarvi, come il core mi detta, delle cose più sante che noi conosciamo, di Dio, dell’Umanità, della Patria, della Famiglia. Giuseppe Mazzini… E ora vaglielo a spiegare».

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Il post social, inserito in evidenza sul suo profilo ufficiale di Twitter, nasce come risposta alle critiche sulle sue dichiarazioni contro Monica Cirinnà, dirigente del Pd, preziosa paladina dei diritti civili e candidata al Senato in uno dei collegi romani. «Mi vergognerei se avessi una madre come la Cirinnà, che pubblica la foto ‘Dio, Patria e famiglia, che vita di merda’, che invece sono proprio i miei valori» aveva tuonato la Venezi, in riferimento ad un cartello contro il motto fascista portato dalla senatrice in piazza in durante una delle tante mobilitazioni femministe, scatenando l’entusiasmo di Alleanza Nazionale e della leader Giorgia Meloni.

La frase della Venezi, inserita in una card propagandistica, pubblicata sui profili social del partito, è divenuta subito oggetto di indignazione sociale. Tra gli innumerevoli tweet e retweet demolitori i seguenti: «Ecco, mancava proprio quella parolina. Umanità. Senza considerare che dopo Mazzini è arrivato qualcun altro e con altri scopi… ma vaglielo a spiegare»; «Continua solo a fare il direttore d’orchestra, la politica non fa per te, non sai di che parli e stai buttando li frasi di altri senza capirne il senso e la logica del periodo storico»; «La direttrice d’orchestra #BeatriceVenezi dovrebbe solo ringraziare se le lotte di tante donne (come la #Cirinnà) sono riuscite a schiodarci dal patriarcato fascista (proprio quello di “Dio Patria e famiglia”) e consentirle oggi di fare la sua professione e dire quel che le pare».

La diretta interessata Monica Cirinnà, che continua a lottare da vera eroina per i diritti LGBT, ha così replicato: «Ringrazio la direttrice (anzi il direttore, non vorrei si offendesse!) Beatrice Venezi e Fratelli d’Italia per avere ricordato che loro si rifanno agli stereotipi patriarcali del ventennio e noi, invece, no».

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A sferrare il colpo di grazia ai danni dell’amica di Giorgia Meloni e dell’intera coalizione di destra Roberto Saviano: «Dio, patria e famiglia, slogan in uso prima del fascismo, diventa sintesi della visione di Mussolini. Dio come unica verità, Patria come confine da difendere, Famiglia come monopolio dell’affetto. Dio, Patria e famiglia, così declinati, non sono valori, sono un crimine».

Nella foto pubblicata dal giornalista e scrittore napoletano, che vanta un’invidiabile popolarità nel panorama culturale italiano, ma anche politico e sociale visto il suo rinomato impegno, si vedono Matteo Salvini con un rosario in mano, Giorgia Meloni su un palco con il tricolore e Silvio Berlusconi insieme alla compagna Marta Fascina. Un collage emblematico della destra che scalpita per un posto in poltrona.

Nella polemica non ha tardato ad inserirsi nemmeno la nota pornoattrice Valentina Nappi: «”Dio, Patria, Famiglia” ma sono tutti divorziati, evasori fiscali e cattolici con il culo degli altri». Precisando: «Vorrei chiarire che non ho nulla contro la famiglia “tradizionale” o la monogamia. E il divorzio come l’aborto è un male necessario. Gli ipocriti cattolici che rompono i coglioni agli altri invece fanno solo danni».

Sotto i riflettori della campagna elettorale Beatrice Venezi è da giorni: ha partecipato alla convention di Fratelli d’Italia organizzata da Giorgia Meloni a Milano, ha rifiutato la richiesta dei vertici di Fratelli d’Italia di candidarsi alle elezioni per dedicarsi alla sua professione per poi ottenere il ruolo di direttrice artistica della Fondazione Taormina Arte, facendo scoppiare un caso diplomatico con il sindaco della città Mario Bolognari, all’oscuro della nomina.

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Crediti Foto: Illustrazione promozionale di SIMONE BIANCHI