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La legge cinese che potrebbe cambiare il volto di Hong Kong

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Oltre alla riapertura dei confini europei e all’inizio del semestre tedesco alla presidenza del Consiglio dell’Unione europea, questa giornata segna un prima e un dopo anche per Hong Kong. Proprio ieri il governo cinese ha approvato la tanto contestata legge sulla sicurezza nazionale. Di fatto, la legge concede alla Cina maggiori poteri sulla regione amministrativa speciale, segnando un punto di non ritorno.

La Cina aveva promesso di concedere ad Hong Kong cinquant’anni di libertà, ma ne sono passati solo ventitré. La nuova legge mette – infatti – a rischio lo stato di regione speciale di cui gode Hong Kong. Da questo momento, le attività di manifestazione potrebbero essere considerate attività terroristiche, segnando la fine alla parziale autonomia che Hong Kong, ex colonia britannica, era riuscita a mantenere. Esattamente ventitré anni fa, il 1° luglio 1997, Hong Kong passava infatti alla sovranità cinese con la promessa di mantenere il suo status speciale per cinquant’anni, fino al 2047.

La legge

Nello specifico, secondo la nuova legge la polizia locale potrà arrestare i manifestanti per atti di terrorismo, sedizione, sovversione e secessione. Le proteste in corso a Hong Kong, che reclamano una maggiore indipendenza dal governo cinese e più democrazia, vanno avanti da circa un anno. Lo scopo della legge è quello di prevenire, sopprimere e imporre pene per i trasgressori e i collusi con potenze straniere. Il principio che ha definito i rapporti tra la Cina e Hong Kong “un paese, due sistemi” in questi anni viene messo così, a rischio.

Come dichiarato dalla polizia stessa “mostrare bandiere, striscioni, scandire slogan o compiere atti con l’intento di secessione e sovversione potrebbe essere un reato sotto la Hong Kong Special Administrative Region (HKSAR) National Secutiry Law”. La sicurezza nazionale rischia di fare da alibi alla soppressione della libertà di pensiero e di manifestazione del dissenso. Già nella giornata di oggi la polizia ha effettuato diversi arresti durante la manifestazione non autorizzata per i ventitré anni dalla fine della sovranità britannica.

La governatrice di Hong Kong, Carrie Lam, ritenuta vicina al governo cinese ha accolto favorevolmente le nuove disposizioni, salutandole come un miglioramento nei sistemi di “salvaguardia della sovranità nazionale, dell’integrità territoriale e della sicurezza”. Sulla carta la legge prevede – infatti – che le libertà individuali vengano protette in accordo con le nuove disposizioni. Alcuni esperti vedono poi nella nuova legge la possibilità dell’intelligence cinese di operare a Hong Kong. Il testo parla della possibilità di ingaggiare professionisti e tecnici che non provengono da Hong Kong, al fine di aiutare la polizia locale a preservare la sicurezza nazionale.

Le implicazioni in Europa

La sorte di Hong Kong può avere implicazioni anche in Europa proprio per il passato che lega il Regno Unito alla regione speciale. La decisione del governo cinese potrebbe – infatti – allontanare la possibilità di un avvicinamento britannico alla Cina in materia di accordi commerciali dopo la Brexit. Questo spingerebbe il Paese a rafforzare ancora una volta il legame con gli Stati Uniti. Il ministro degli Esteri britannico, Dominic Raab ha parlato dell’approvazione della legge come “un passo grave” e ha fatto sapere che il Regno Unito analizzerà il testo della legge per capire se in contrasto con la Dichiarazione Congiunta firmata nel 1984 che sanciva la cessazione della sovranità britannica su Hong Kong.

 

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Crediti foto: LaPresse