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Navalny accusato in Russia di frode:”in prigione perché non sono morto”

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«L’ho detto subito: cercheranno di mettermi in prigione perché non sono morto e perché sto cercando chi ha tentato di uccidermi. Perché ho dimostrato che Putin è personalmente dietro a tutto questo. È un ladro, pronto a uccidere chi si rifiuta di tacere sul suo furto» così Alexei Navalny ha commentato la notizia secondo cui in Russia è accusato di frode per aver speso a scopi personali gli introiti delle donazioni fatte alla sua Fondazione.

Il Comitato investigativo russo ha infatti avviato un’indagine sospettando che l’oppositore abbia speso 356 milioni di rubli (circa 3,9 milioni di euro)  a scopi personali, gran parte dei quali sarebbero provenuti dalla Fondazione anticorruzione fondata dallo stesso Navalny nel 2011 per investigare contro la corruzione dell’establishment.

Questa fondazione è stata poi sciolta lo scorso luglio dopo che una società di Evgeny Prigozhin, uomo d’affari vicino al Cremlino, aveva intentato una causa da 88 milioni di rubli (poco meno di 1 milione di euro) contro l’oppositore  tanto celebre.

Già nel 2014 Navalny era stato accusato di appropriazione indebita di denaro pubblico. Il 28 dicembre, giorno precedente all’accusa di frode imputatagli, lo hanno avvisato che si sarebbe dovuto presentare l’indomani per un controllo, al che Navalny, ancora convalescente a Berlino, ha risposto che per motivi di salute avrebbe dovuto derogare il controllo. Da Mosca gli hanno risposto, allegando un articolo di The Lancet come dimostrazione della sua avvenuta guarigione. Allora ha replicato Navalny che tenendo per testimone quell’articolo. quelli stessero ammettendo l’avvelenamento, e ha chiesto perché non sia stata avviata ancora una causa penale per l’avvelenamento.

Il blogger, avvocato, oppositore Alexei Nabìvalny ha dichiarato a più riprese la sua intenzione di tornare alla Madre Russia il prima possibile, ma rischia di diventare uno dei tanti esiliati, profughi politici, ospitati dall’Europa.

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Foto: LaPresse