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Morto Stefano, l’uomo che vendeva le barzellette. A Torino era un’istituzione, sui social il cordoglio di tanti cittadini

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A Torino, Stefano, lo conoscevano tutti come l’uomo delle barzellette. Girava per la città con un cartello arancione appeso al collo sul quale c’era scritto «Vendesi barzellette x 5 euro a pacchetto», strappando un sorriso a passanti, studenti e clienti dei locali. Sempre con garbo ed estrema educazione, finendo di fatto adottato da tante persone che si fermavano volentieri a scambiare quattro parole con lui.

E oggi nel capoluogo piemontese sono in tanti a piangerlo e a ricordarlo con affetto. Stefano, 52 anni e una vita rocambolesca alle spalle, si è infatti spento questa mattina. L’inizio con la break dance, ma anche il dramma della tossicodipendenza, fino all’episodio che gli ha cambiato la vita: rimasto senza soldi durante una vacanza, ha cominciato a raccontare barzellette in cambio di soldi, ottenendo così tanto successo da riuscire a completare la sua vacanza, pagarsi il ritorno e risparmiare qualcosa. Da quel momento per Stefano, che aveva svolto qualsiasi lavoro ma che sognava lavorare nello spettacolo, il raccontare le barzellette è diventata una professione: non solo per le strade di Torino, ma anche per le città del nord.

Poi la morte della madre e la crisi economica che ha cominciato a picchiare duro, al punto che per Stefano si sono aperte le porte del dormitorio. Fino all’ultimo ha passato le sue giornate in giro per Torino a raccontare barzellette, rendendo meno cupi ai suoi concittadini anche questi giorni di pandemia. Su cui ovviamente, a modo suo sdrammatizzava: «Oh ci siamo presi il virus cinese. E meno male, pensa se ci beccavamo l’originale».

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Crediti Foto: web