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Maxi-truffa in criptovalute: arrestato un fiorentino 34enne

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Da alcuni anni, le criptovalute, valute virtuali acquistate e scambiate completamente online e il cui valore oscilla quotidianamente portando spesso gli investitori ad interessarsi a questo nuovo mercato, sono divenute un’opzione di investimento sempre più importante, portando in molti casi i lungimiranti che pochi anni fa hanno deciso di investire su queste, a rivendere ora quelle somme per cifre in monete reali ben più alte del prezzo d’acquisto.

Un’operazione iniziata già nel febbraio del 2016 grazie al lavoro degli investigatori della Polizia Postale di Firenze e della Sezione financial cybercrime del Servizio centrale della Polizia Postale di Roma, della Guardia di Finanza della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Firenze ha smascherato un imprenditore fiorentino 34enne che ha operato la più grande cybertruffa della storia italiana, nonché una delle più grandi al mondo. All’uomo è stata notificata come misura cautelare il divieto di fare impresa.

L’uomo è stato accusato dei reati di frode informatica, auto-riciclaggio e bancarotta fraudolenta. Ha infatti creato un buco da 120 milioni di euro sulla piattaforma Bitgrail, dove viene eseguito trading di criptovaluta “Nano” XRP, sfruttandone un bug a gennaio 2018. Le indagini hanno mostrato come l’uomo abbia sottratto in realtà i 120 milioni a più riprese già dal giugno del 2017.

Il criminale ha trascurato di implementare il sistema di sicurezza venduto dallo stesso Team Nano Developers ideatore della criptovaluta, permettendo così a degli hacker – non ancora individuati – di guadagnare circa 11.500.000 XRB, equivalenti a circa 120.000.000 di euro, con veri e propri furti inferti a più di 230.000 persone in tutto il mondo.

Dopo il 2017 infatti, nonostante gli ammanchi non chiariti alla community, numerosi sono stati i nuovi utenti, che hanno portato il valore della valuta da 3,17 a 20,45 dollari in due settimane a dine dicembre 2017, con un incremento differenziale maggiore del Bitcoin. Nella fattispecie, gli utenti sono passati da 70.000 a 217.000 al momento di maggiore frequentazione.

Le indagini, coadiuvate dall’Fbi, sono state lunghe e hanno previsto intercettazioni e controlli attenti delle transazioni che avvenivano sulla piattaforma. L’identità degli hacker, come si diceva, è ancora ignota, ma proseguiranno gli accertamenti.

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