Attualità
I flashmob di Emily De Salve, prima cantante lirica transgender, dedicati a Francesco Paolo Tosti
L’artista salentina Emily De Salve dedica i suoi flashmob anti-coronavirus ad uno dei più importanti autori di musiche da camera di metà ‘800.
Emily De Salve, giurata di qualità per Oa plus e Mei, nei giorni interminabili del Coronavirus ha deciso di dedicarsi ad una serie di flashmob sonori. I suoi appuntamenti per omaggiare i più grandi della musica lirica questa settimana hanno per protagonista Francesco Paolo Tosti, compositore e cantante abruzzese dell”800, conosciuto per essere stato l’autore di celebri romanze da salotto o da camera.
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Chi è Emily De Salve
Ha una voce straordinaria, ma il suo essere transessuale le ostacola l’accesso al palcoscenico. La storia di Emily De Salve è un altro simbolo della mancanza delle pari opportunità nel nostro Paese. La De Salve è una donna che canta con la potenza di un baritono maschile. Ha una voce ‘morbida’, ‘virile’, ‘potente’. Nonostante l’indiscutibile talento l’artista salentina non riesce, però, ad avere un agente che la possa far lavorare adeguatamente nel mondo della musica lirica.
Emily De Salve è entrata nella storia per tre motivi. Il primo è essere stata la prima donna transgender ad esser stata ammessa e diplomata in Italia ad un Conservatorio di musica. Il secondo è stato per essere stata la prima trans a cantare in teatro. Il terzo primato è essere stata la prima ad eseguire concerti di musica sacra in chiesa.
“Ho intrapreso gli studi da giovane, agli inizi del Duemila. Studiavo da sopranista con lo storico soprano Maria Mazzotta, a Lecce, usando la tecnica del falsetto rinforzato”, ha dichiarato Emily in molte interviste. Nel 2006 fece il primo esame di ammissione al Conservatorio di Lecce e fu bocciata.
“Non sapevano dove inserirmi, se in una classe maschile o femminile – ha raccontato Emily – Inoltre, temevano la reazione dei genitori dei bambini davanti alla mia presenza”. Sopraggiunse in lei il pessimismo, abbandonò gli studi di canto fino al 2009. “Avevo fatto un sogno premonitore”, ha detto la cantante. E fu così che nel novembre 2009 la ammisero in esperimento. Fu promossa al secondo anno, per l’eccellente preparazione musicale data dal suo passato di pianista e organista.
Da Stefano a Emily
Prima di essere Emily anche esteriormente, Stefano era un ragazzo che frequentava la parrocchia del suo paese, Tuglie, nel Salento. A 15 anni iniziò a cantare nel coro per poi diventare organista di tutte le chiese del paese. “Negli ultimi anni avevo iniziato a sentire dei discorsi un po’ fastidiosi: sulla famiglia fatta da uomo e donna, sugli omosesssuali che vanno a ledere la sessualità di una famiglia” ha affermato Emily. “Soffrivo molto. Ero costretto a vestire abiti maschili che non sentivo miei, volevo cambiare e andare via”.
Lo fece nel 1999. Andò a Milano e a casa di un amico infermiere iniziò la terapia ormonale. “Quando sono tornata a casa dopo un po’ di mesi, nel vedermi mio padre ebbe un colpo e finì in ospedale, ma mia madre mi difese”. Fu la madre a la prima a scoprire la ‘dualità’ di Emily, che in casa era Stefano, ma fuori no. “Negli anni Novanta andavo a ballare di nascosto, cambiandomi. Mia madre mi buttò tutti gli abiti per le serate. Mi arrabbiai tantissimo. Da lì decisi che volevo andare via, mollando organo e pianoforte. È stato una grande sofferenza”.
Le discriminazioni sul lavoro
Ma la musica restò per lei la cosa più importante. Raggiunse il diploma con il massimo dei voti. Debuttò a Lecce nel Nabucco di Giuseppe Verdi, il suo compositore preferito, nel ruolo del Gran Sacerdote. Poi ci furono le audizioni alla Biennale di Venezia e nell’ottobre 2014 il debutto al Festival di Musica Contemporanea con l’opera Magen Zeit. Nel 2016 fu il Marullo nel Rigoletto di Verdi (“Amo i ruoli da comprimari”, confessò). Si tratta di interpretazioni che avvengono indossando abiti maschili, ma non bastano a convincere le organizzazioni ad includerla nei loro cast a tempo indeterminato.
“I registi pensano che potrebbero avere problemi con me, ma non è vero perché mi sono sempre vestita da uomo, mentre ad esempio nell’opera barocca le donne cantano ancora da uomo nei ruoli un tempo riservati ai castrati”, ha spiegato.
L’ultimo episodio discriminatorio l’ha vissuto per le selezioni per gli aggiunti al coro dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma. “Appena tornata a casa ho trovato un messaggio su Facebook da un membro della commissione che mi diceva ‘non sappiamo dove collocarti’”. “Bisogna ancora lottare tanto, anche per avere i nostri diritti” ci ha tenuto a sottolineare Emily. “Io l’ho fatto nel modo più normale possibile. Non ostento nulla: è questo che mi ha concesso di cantare nelle chiese. Ma ad oggi non riesco a trovare un agente”.
La sua storia non è passata inosservata: Emily è stata protagonista del documentario corale ‘Unique’. Poi, ha ispirato al coming out un altro grande baritono tedesco, Lucia Lucas, che è stata la prima donna transgender ad esibirsi in un teatro dell’opera americano. “Lucia Lucas era un baritono, aveva una carriera da uomo. Quando ha sentito la mia storia, mi ha scritto per ringraziarmi: ha fatto coming out, ma è rimasta con sua moglie, iniziando un cambiamento”.
Chi è Francesco Paolo Tosti
Francesco Paolo Tosti nacque a Ortona, in Abruzzo, nel 1846. Studiò col maestro Saverio Mercadante presso il Conservatorio di San Pietro a Majella a Napoli. Lì si diplomò in violino e composizione nel 1866. Incominciò a lavorare organizzando spettacoli e dirigendo opere per gli impiegati della ferrovia adriatica, seguendo i lavori tra Ortona e Ancona. Si trasferì poi a Roma dove, sfruttando la sua voce tenorile, incominciò a esibirsi come cantante. Presto divenne una celebrità e cominciò a frequentare gli ambienti mondani della capitale, venendo assunto come maestro di canto di Margherita di Savoia, la futura regina d’Italia. Qui strinse amicizia con altri due grandi abruzzesi: Gabriele D’Annunzio, uno dei massimi poeti italiani del tempo, e Francesco Paolo Michetti, noto pittore.
È stato l’autore di oltre cinquecento romanze per canto e pianoforte. Di queste, i testi sono stati scritti anche da poeti come Antonio Fogazzaro, Rocco Pagliara, Naborre Campanini e Gabriele d’Annunzio. I brani sono stati interpretati dalle voci di Enrico Caruso, Tito Schipa, Giuseppe Di Stefano, Alfredo Kraus, Jussi Björling, Luciano Pavarotti, Mina, Andrea Bocelli e José Carreras. I componimenti più famosi sono: L’alba separa dalla luce l’ombra, Malìa, Vorrei morir, Non t’amo più, L’ultima canzone, Ideale e Marechiare, su testo di Salvatore di Giacomo, divenuto un classico della canzone napoletana.
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Crediti Foto: Profilo Facebook “Emily De Salve”