LGBT
Christina Aguilera, “Bionic”: storia di un compromesso
Come un aereo che atterra nuovamente dopo il decollo, il disco si apre con sprazzi di modernità per poi cadere nel mare della banalità
Sul filone dell’hasthag “Justicefor“, trend che ha fatto impennare in cima alle classifiche “Glory“, il non particolarmente entusiasmante album di Britney Spears, anche i fan di Christina Aguilera si sono mobilitati acquistando in massa “Bionic“, il quinto album in studio pubblicato il 4 giugno 2010, progetto che avuto un successo decisamente inferiore al precedente “Back to basics” ingiustamente, a detta degli ammiratori che, a distanza di dieci anni, hanno di nuovo spinto la cantante alla posizione numero 4 della chart di iTunes.
Dobbiamo però dirlo subito. “Bionic” è un disco strano. Sembra prendere una piega di incredibile modernità e sperimentazione all’inizio del viaggio per poi crollare piano piano. In senso aeronautico è come se decollasse al massimo della potenza per poi fare rientro alla base dopo aver percorso alcune miglia per un’emergenza. Se da una parte prevale infatti un sound sintetico e sicuramente avanti per i tempi, dall’altra prevale una linea tradizionale che stride in modo aggressivo sul risultato finale.
https://www.youtube.com/watch?v=jsQ05ifCo0I
L’inizio è dei migliori, e manda a casa l’intero “Chromatica” di Lady Gaga, dal concept simile. La title track che inaugura l’album è un uptempo che ricorda alcune atmosfere di “Kala“, la seconda fatica di M.I.A; allenta la tensione la fin troppo scontata “Not MySelf Tonight“. Tuttavia la curva di interesse risale nuovamente con “WooHoo“, episodio da club con Nickj Minaj che punta a far esplodere la dancefloor senza badare alle classifiche. Maestosa la robotica “Elastic Love“, scritta appunto da M.I.A, impreziosita da una produzione che lascia stupefatti e da una struttura avvincente e fresca come la successiva reggaeton “Desnudate, dove prevale la libertà, il divertimento, il rompere i canoni togliendosi i vestiti.
Il divismo di “Love & Glamour/Glam“, un vero e proprio inno LGBT, lascia quindi una scia di potenza in “Primadonna“. Ma da questo momento in poi tutta la freschezza, l’azione espressiva, la voglia di apporre qualcosa di nuovo svanisce quasi del tutto, svilendo quanto costruito in precedenza: “Sex for breakfast“, malgrado il titolo avvincente, è r&b di mestiere, come i successivi standard “Lift me up“, “All i need“, “I am“, e “You lost and me“, dove la nostra sfoggia tutte le sue capacità canore.
I tre pezzi conclusivi, “I hate boys“, “My girls” e “Vanity“, tentano in qualche modo di rialzare l’asticella, ma restano sospesi a metà, tra la sorpresa e il già sentito. Il lavoro dunque alla fine risulta maledettamente precario, a metà strada tra le volontà della cantante e le esigenze commerciali delle major. Brutta cosa il compromesso.
VOTO: 6/10
AGGETTIVO: SPAESATO
TRACKLIST:
1. Bionic
2. Not Myself Tonight
3. Woohoo (feat Nicki Minaj)
4. Elastic Love
5. Desnudate
6. Love & Glamour
7. Glam
8. Prima Donna
9. Morning Dessert
10. Sex for Breakfast
11. Lift Me Up
12. My Heart
13. All I Need
14. I Am
15. You Lost Me
16. I Hate Boys
17. My Girls (feat Peaches)
18. Vanity
ARTISTA: CHRISTINA AGUILERA
ALBUM: BIONIC
ANNO: 2010
ETICHETTA: RCA
Clicca qui per seguire OA PLUS su INSTAGRAM